Razzismo negli stadi italiani,
una questione mai risolta

rassegnaDopo gli episodi di Milano, con il tentato assalto da parte di ultrà interisti contro tifosi del Napoli – in cui è morto un capoultras del Varese, il 39enne Daniele Belardinelli – e i cori razzisti contro il giocatore del Napoli Koulibaly, il questore di Milano Marcello Cardona ha annunciato che richiederà il blocco delle trasferte dei tifosi dell’Inter per tutta la stagione mentre lo stadio Meazza, su disposizione del giudice sportivo, sarà chiuso per due partite e l’anello che ospita la curva Nord per una terza. “Quanto accaduto non è più tollerabile. II calcio va difeso da coloro che lo utilizzano come strumento per creare tensione”, afferma Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio (Corriere). Contro i cori razzisti, sottolinea Repubblica, c’è stata “la mobilitazione di coscienze che una volta tanto è stata generale, soprattutto sincera”. Ad stigmatizzare l’accaduto, il sindaco di Milano Sala, l’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti (intervistato dal Corriere), il giornalista Gad Lerner (Corriere del Mezzogiorno).

Fenomeno ultras, che fare?
“Tanto per cominciare ci dovrebbe essere un tentativo serio di capire cosa sia accaduto nelle curve degli stadi da una quindicina d’anni a questa parte. Come è stato possibile che logiche e linguaggi dell’estrema destra se ne siano progressivamente impossessate, come si sono formate le saldature con la criminalità organizzata. Come e chi ha permesso che avvenisse tutto ciò. Ecco, se le misure drastiche sono il primo passo lungo un percorso di questo tipo allora vanno benissimo”, afferma l’attore Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, storica bandiera dell’Inter. Intervistato dal Corriere, denuncia “non scandalizziamoci solo per quanto avviene negli stadi se poi ci sono politici che non esitano a strizzare l’occhio a certi ambienti per un pugno di voti”. Su questo punto, Michele Serra (Repubblica) punta il dito contro il ministro degli Interni Salvini che intanto ha ipotizzato un incontro al Viminale con gli ultrà: “un ministro di Polizia che fraternizza con gli ultras della sua squadra senza rendersi conto dell’enormità della gaffe; oppure, e sarebbe anche peggio, rendendosene perfettamente conto, perché in quelle curve, tra quei giovani maschi dai modi spicci, c’è una fetta sicuramente consistente del suo elettorato”.

Il sapere è il mio nemico. Intervistato dal Corriere, lo scrittore francese Pascal Bruckner analizza gli scontri in patria dei gilet gialli e il populismo montante nel vecchio continente. “L’Europa crolla perché il sapere è diventato il nuovo nemico”, afferma Pascal. “Appena qualcuno si distingue per il sapere o la competenza lo si vuole riportare alla base comune. Nei gilet gialli come nei Cinque Stelle in Italia vedo un lato “khmer rossi”, tutti gli intellettuali vanno puniti. È il trionfo degli incompetenti”. Rispetto all’antisemitismo dei gilet gialli, lo scrittore sottolinea che “ciò che unisce estrema destra, estrema sinistra e Islam radicale è l’odio degli ebrei, e infatti chiamano Macron ‘prostituta degli ebrei’, una vergogna. E il vecchio antisemitismo legato all’anticapitalismo”.

Occidente senza bussola. Secondo Angelo Panebianco, firma del Corriere, l’Occidente ha perso la bussola tra destra sovranista che usa “gli stessi argomenti, spesso con le stesse parole, che, negli anni Trenta/ Quaranta, usavano i nazisti” e la sinistra che “attribuisce all’Occidente la responsabilità di ogni misfatto che si compia nel mondo” o che “condanna, per principio, ogni azione di Israele mentre ‘assolve’ i truculenti regimi islamici. Eccetera, eccetera”.

A Roma, la campionessa israeliana. Su Repubblica un bel ritratto di Lonah Chemtai, la campionessa israeliana dei 10mila metri che correrà alla prossima We Run Rome. Originaria del Kenya, Chemtai iniziò per caso la sua carriera agonistica, dopo essere emigrata in Israele per fare la babysitter.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked