“Tradurre Oz, la mia sfida più bella”
“Amo questo lavoro. Lo faccio da quasi 40 anni. Per la prima volta, in questi giorni, ho sentito una specie di blocco. Mi sono chiesta e continuo a chiedermi: riuscirò a tornare a tradurre?”.
Elena Loewenthal ha la voce rigata dal pianto. La scomparsa di Amos Oz, per lei che l’ha tradotto in così tanti libri di successo, facendolo conoscere a milioni di lettori italiani, è un lutto che va ben oltre l’aspetto professionale. ”È come se fosse scomparso un parente prossimo. E non sono solo io a dirlo. La prova è nella reazione di tanti, nelle decine di messaggi di condoglianze che continuo a ricevere”.
Lavorare sui suoi libri, ci dice, “è stata un’esperienza unica”. E questo sia per la “limpidezza” e “lucidità” della sua scrittura, quel qualcosa di profondo e intimo che rendeva le sue traduzioni qualcosa di istintivo. Ma anche per le qualità umane di Oz, con cui l’amicizia è stata intensa fino all’ultimo. Amicizia e fiducia totale: mai, racconta, ha voluto interferire con il suo lavoro.
Fu Loewenthal a caldeggiarne l’ingresso in area Feltrinelli in un momento in cui Oz non era stato recepito ancora in tutta la sua grandezza dal mercato editoriale italiano. Quasi un azzardo la traduzione nel 1999 di “Oto Hayam” – Lo stesso mare, libro dalla traduzione non semplice e che fu segnato da un successo non scontato di cui Loewenthal si assunse più di una responsabilità. Fu questo l’inizio ufficiale del sodalizio, che tra le prove più significative annovera il capolavoro di Oz, Una storia di amore e di tenebra.
“Fu tradotto in tempi strettissimi. E per farlo – racconta Loewenthal – trascorsi diversi mesi in una mia dimensione speciale: sognavo i suoi personaggi nella notte, rapita dalla magia di queste pagine indimenticabili che parlavano davvero al cuore. Un libro che è di una bellezza unica e travolgente, dall’inizio alla fine, e che non a caso ha venduto qualcosa come 700mila copie”.
Dalla descrizione di quando il 29 novembre del ’47 l’Onu approvò la creazione di uno Stato ebraico ai ricordi strazianti della madre morta suicida. Momenti e periodi in cui si fissa il racconto di una vita che è storia anche di un paese. “Se ne va uno dei più grandi”.
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(30 dicembre 2018)