Israele, sciopero dei bus
“La nostra sicurezza minacciata”
Ventiquattro ore di sciopero, dopo l’ennesimo attacco subito (per fortuna senza vittime). La compagnia israeliana Egged ha scelto questa forma di protesta per la giornata odierna, dopo che ieri sera un suo mezzo è stato oggetto di quello che appare con ogni probabilità come un nuovo attacco terroristico palestinese nei pressi dell’insediamento di Beit El in Cisgiordania. Un attacco condotto con colpi d’arma da fuoco, che hanno colpito la vetrata del bus. Il conducente del mezzo, raggiunto da alcune schegge, è l’unico ferito. Report medici segnalano che non è in condizioni gravi, ma le conseguenze avrebbero potuto essere assai più sanguinose.
In dicembre, nella stessa area, due soldati israeliani sono stati uccisi da un terrorista palestinese, che li ha attaccati dopo essere uscito dalla sua macchina in prossimità di una fermata del bus. Una modalità che un altro terrorista proveniente da Nablus ha provato a replicare appena una settimana fa, venendo però neutralizzato dalle forze di sicurezza.
La protesta di queste ore investe direttamente il governo israeliano, accusato di non aver messo in campo sufficienti forze per arginare la minaccia.
“Il Ministero dei trasporti e la polizia ignorano sistematicamente e inspiegabilmente la minaccia quotidiana a conducenti e passeggeri” ha affermato il segretario sindacale di Egged, Tom Promovitz. Per Raed Mishal, presidente del comitato dei conducenti della compagnia, è urgente investire “in veicoli corazzati”.
(6 gennaio 2019)