“Giochi in Israele? Niente nazionale”
Giocatori arabi impegnati nel campionato israeliano di calcio non potranno far parte della squadra nazionale palestinese. Così, rivela il sito israeliano Walla!, si sarebbe perentoriamente espresso il presidente della federazione Jibril Rajoub in risposta a una richiesta arrivata dall’allenatore della rappresentativa, impegnata in questi giorni nella fase a gironi della Coppa d’Asia (esordio domenica scorsa con la Siria, prossimi incontri con Australia e Giordania).
Tra i calciatori indicati dall’allenatore, il coach algerino Noureddine Ould Ali, figura Ala’a Abu Saleh, in forza all’Hapoel Iksal. Vanamente, riferisce Walla!, il tecnico avrebbe provato in passato a farlo tesserare per team stranieri così da aggirare questo che per Rajoub è stato e continua ad essere un ostacolo insormontabile. Altro nome indicato, si legge, quello del calciatore Ali Khatib dell’Hapoel Hadera.
Torna quindi a far discutere la figura del dirigente palestinese, che ha un passato di terrorista e che ha trascorso 17 anni nelle carceri israeliane, cui la scorsa estate la Fifa ha imposto un anno di divieto assoluto di partecipazione a manifestazioni calcistiche di ogni tipo dopo che, in giugno, le sue parole di fuoco e le minacce all’incolumità degli atleti ospiti avevano spinto l’Argentina ad annullare in modo clamoroso e comunque assai discutibile una partita amichevole con Israele che avrebbe dovuto costituire l’ultimo test prima dei Mondiali.
Sempre Rajoub era stato l’artefice di una proposta di sanzioni ai danni della Federazione israeliana con richiesta di revoca dello status professionistico ai club che giocano nei Territori. Iniziativa contro cui il presidente della Fifa in persona, Gianni Infantino, si è speso perché fosse tolta dall’ordine del giorno di un Congresso in svolgimento nel Bahrein nel 2017.
(8 gennaio 2019)