Torino, correndo con Ladany
nel segno della Memoria
“Marciare forse è il mio modo ambizioso di avere sempre successo. Gli sportivi seri non amano partecipare a una competizione, amano soprattutto portarla a termine”.
Sono parole di chi ha fatto della caparbietà e della tenacia il messaggio di una vita: l’ex atleta professionista Shaul Ladany, 83 anni il prossimo aprile. Alle spalle due drammatiche esperienze: la deportazione in un lager nazista, dove miracolosamente sopravvisse. E l’attentato palestinese ai Giochi di Monaco ’72 dove pure si salvò, perché quella notte era in camera con gli atleti delle discipline che prevedevano l’uso di armi e da cui i terroristi per prudenza si tennero alla larga. Per il terzo anno consecutivo il testimonial della Run For Mem, la corsa per la Memoria consapevole promossa dall’UCEI, sarà lui. Appuntamento al 27 gennaio mattina a Torino, in collaborazione con la Comunità ebraica locale e con il contributo di World Jewish Congress e European Jewish Congress. Terza tappa di un itinerario avviato nel 2017 a Roma e proseguito lo scorso anno a Bologna.
La Run For Mem torna ad essere significativo appuntamento di Memoria, rivolto a diverse fasce d’età e aperto a tutti, nel segno di una precisa convinzione: “Lo sport ha la capacità di evidenziare la nostra umanità superando le distinzioni di religione, credo, cultura e di genere e l’incontro con l’altro; un momento importante per oltrepassare confini e barriere”. L’idea è di affermare la vita, che continua nonostante tutti i tentativi di chi nei secoli ha cercato di sterminare gli ebrei cosi come altre popolazioni, con genocidi e massacri. La vita continua e va trasmessa la forza di vivere, a volte di sopravvivere e di avere il coraggio di raccontare quanto accaduto affinché non si ripeta mai più.
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(9 gennaio 2019)