Minhag romano, un viaggio nei secoli

Letteralmente “ciclo”, il machazor è il libro di preghiere usato nelle festività di Rosh Hashanah e Yom Kippur, ma anche in quelle di “pellegrinaggio” (Pesach, Shavuot e Sukkot). Strumento fondamentale per la preghiera comunitaria, l’antico machazor custodito dalla biblioteca della Comunità ebraica romana affonda le radici nei secoli e ha un valore che va oltre l’aspetto liturgico. Stampato nel 1540 a Bologna, è infatti corredato dai commenti di personalità carismatiche del Rinascimento ebraico italiano, tra cui Yoḥanan ben Yosef Treves (1490-1557) e Ovadiah Sforno (1470-1550). Un’edizione di gran pregio, in uso presso la Scola Tempio: la sinagoga degli ebrei romani quando era rinchiusi nel Ghetto.
Attorno a questo prezioso testo si è svolto ieri un partecipato convegno al Museo ebraico romano, con l’intervento di numerosi rabbini e studiosi che hanno valorizzato la funzione di questo testo e guidato i presenti in un viaggio che ha permesso di cogliere gli aspetti più significativi della formazione e dell’evoluzione del minhag locale. Apertosi con i saluti di Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento Cultura della Comunità ebraica, e della presidente Ruth Dureghello, il convegno ha visto gli interventi dei rabbini Riccardo Di Segni, Roberto Colombo, Jacov Di Segni e Amedeo Spagnoletto, dell’architetto Sergio Amedeo Terracina, degli studiosi Emma Abate e Angelo Piattelli, della responsabile dell’archivio storico comunitario Silvia Haia Antonucci. A moderare i lavori il rav Gianfranco Di Segni.
In apertura di serata sono stati consegnati alcuni attestati di ringraziamento ai donatori che hanno consentito con le loro offerte il restauro dei libri della biblioteca comunitaria.

(11 gennaio 2019)