…cittadinanza
La notizia del rifiuto da parte del consiglio comunale di Anzio di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini è significativa anche perché contemporaneamente è stata rifiutata anche la proposta di tributare un riconoscimento ad Adele Di Consiglio, cittadina di Anzio, nel 1938 bambina di sette anni cacciata da scuola e perseguitata in seguito alle Leggi razziste. Il voto non è privo di logica: perché un comune che mantiene la cittadinanza onoraria – dicasi onoraria, quindi un gesto di onore – a Mussolini dovrebbe onorare una delle vittime di quelle leggi, appunto, che portano la sua firma e furono da lui ispirate e decise? Ma c’è di più. La concessione della cittadinanza onoraria a Mussolini è del 1924, la stessa data delle altre numerosissime cittadinanze onorarie attribuite in tutti o quasi i comuni italiani al Duce, su sollecitazione del governo fascista. Le motivazioni sono tutte molto simili: Mussolini è onorato in quanto salvatore d’Italia, esaltatore della stirpe italica e via discorrendo. Siamo nel 1924, l’anno dell’assassinio di Giacomo Matteotti. Iniziava il processo di totale fascistizzazione del regime, e le concessioni di queste cittadinanze a pioggia ne facevano parte. Non è forse il momento che esse siano tutte abolite, non in base ai voti dei Consigli Comunali, ma con un voto del Parlamento che si richiami alla natura antifascista di quella Costituzione che in questo Paese non è finora ancora stata abolita?
Anna Foa, storica