La strategia anti-Iran d’Israele eredità del generale Eizenkot
Dopo quattro anni alla guida dell’esercito israeliano, Gadi Eizenkot lascia in queste ore il ruolo di capo di Stato Maggiore d’Israele. Il suo più grande lascito su fronte della sicurezza, l’aver dato il via ad un’ampia e decisa azione di contrasto dell’aggressiva espansione dell’Iran in Medio Oriente. “Abbiamo operato sotto una certa soglia fino a due anni e mezzo fa”, ha spiegato Eizenkot ai media israeliani e al New York Times in una serie di interviste parlando delle azioni israeliani contro i carichi di armi destinati ai terroristi di Hezbollah in Libano. “E poi abbiamo notato un cambiamento significativo nella strategia dell’Iran. La loro visione era quella di avere un’influenza significativa in Siria, costruendo una forza di 100.000 combattenti sciiti provenienti da Pakistan, Afghanistan e Iraq. Hanno costruito basi di intelligence e una base dell’aviazione all’interno di ogni base aerea siriana. E hanno portato civili per indottrinarli”. Da qui la decisione di Eizenkot di cambiare strategia nei confronti dell’Iran. Ottenuto il sostegno del gabinetto di sicurezza, l’esercito israeliano ha così intensificato le operazioni: solo nel 2018, ricorda il New York Times, l’aviazione israeliana ha sganciato 2.000 bombe in territorio siriano. “Abbiamo una completa superiorità d’intelligence in quest’area. Godiamo di una totale superiorità aerea. Abbiamo una forte capacità di deterrenza e abbiamo la giustificazione ad agire”, ha spiegato il capo di Stato Maggiore spiegando il successo dell’azione coordinata contro l’Iran in Siria e contro i terroristi di Hezbollah. L’Iran potrebbe ora rivolgersi altrove. “Mentre li spingiamo in Siria – ha dichiarato Eizenkot – trasferiscono i loro sforzi in Iraq”, dove gli Stati Uniti hanno ancora migliaia di truppe. “Grazie a Gadi Eizenkot, almeno sappiamo che gli iraniani non sono invincibili”, scrive Bret Stephens sul New York Times. “L’esercito ha operato sotto il tuo comando, con un’eccezionale capacità di cooperazione con tutte le forze di sicurezza, per impedire il radicamento iraniano in Siria”, ha sottolineato il premier israeliano Benjamin Netanyahu alla cerimonia di saluto ad Eizenkot. “Abbiamo agito per impedire la produzione di armi di precisione e abbiamo neutralizzato i tunnel transfrontalieri di Hezbollah, così come i tunnel del terrore di Hamas e gli attacchi terroristici dei lupi solitari in Cisgiordania”, ha sottolineato Netanyahu. “Ci congediamo da te oggi come capo di stato maggiore dell’IDF, nostro capo militare e difensore delle nostre mura. Soldato, comandante, statista, umile, coraggioso, responsabile, stratega di prim’ordine e persona popolare. Negli ultimi quattro anni non ci sono state guerre, ma l’esercito sotto il tuo comando non ha mai smesso di combattere”, ha detto il Presidente d’Israele Reuven Rivlin. “Hai capito i vantaggi della forza non meno che i suoi limitazioni. Hai articolato chiaramente la differenza tra l’uso della forza militare per scopi di difesa senza compromessi e il militarismo che è una maschera di aggressione. Ci hai insegnato un uso forte, stabile, responsabile e ponderato della forza militare”
Nelle sue osservazioni d’addio al gabinetto di sicurezza, Eizenkot – che sarà sostituito dal generale Aviv Kochavi – ha parlato anche della situazione in Cisgiordania: ha detto che le forze dell’Autorità nazionale palestinese hanno sequestrato armi ed esplosivi provenienti dall’ala militare del movimento terroristico di Hamas nell’area A (sotto pieno controllo dell’Anp) della Cisgiordania alcuni giorni fa. Il Capo di Stato maggiore, riporta l’emittente Arutz 10, ha spiegato ai ministri che mentre l’Anp ostacola le attività di Hamas per i propri interessi, l’interesse di Israele è di rafforzare l’apparato di sicurezza dell’Anp stessa. Eizenkot ha anche esortato a non imporre misure punitive collettive contro i palestinesi a seguito di attacchi terroristici, e ha detto che la crescita economica è necessaria per mantenere la stabilità in Cisgiordania.
Daniel Reichel