caffè…

Se una persona che stava facendo un digiuno se ne dimentica e mangia e beve, non si faccia comunque vedere in giro in buono stato e non si conceda altri piaceri (Ta’anìt 10b).
L’esempio, si sa, nell’ebraismo è fondamentale. Il midràsh sostiene che in realtà il casato di Yaaqòv avesse ancora viveri ma ciò nonostante Yaaqòv spinse i figli a recarsi in Egitto a comprare scorte alimentari per far vedere che anche loro ne avevano bisogno e per non apparire troppo sazi agli occhi dei “figli di Yishmaèl e di Esav”.
Quando i ministri siedono a parlare di quote-migranti, dovrebbero almeno rinunciare al caffè?

Michael Ascoli, rabbino