NARRATIVA Jabotinsky racconta Odessa
Vladimir Jabotinsky / I CINQUE / Voland
Città di frontiera, caravanserraglio di popoli e culture, l’Odessa che stregò Aleksandr Puškin e Mark Twain rivive nel romanzo “I Cinque” di Vladimir Jabotinsky, che oltre a essere uno dei protagonisti del movimento sionista dei primi decenni del ‘900, fu giornalista, scrittore, saggista.
Pubblicato nel 1936, edito oggi da Voland, “I Cinque” è un sorprendente affresco della Odessa di inizio ’900 ricco di contaminazioni. Narratore è un giovane giornalista ebreo “russificato”, che compie un nostalgico viaggio immaginario nel luogo della sua giovinezza, la vivace città portuale sulle coste del Mar Nero. Attraverso la storia della famiglia Mil’grom, emblema della borghesia ebraica, e le vicende dei suoi cinque figli ‒ Marusja, Marko, Lika, Serëža e Torik – viene raccontato il destino e il mondo perduto degli ebrei odessiti in tutto il suo colore e la sua vitalità, tra vulnerabilità storica ed eterno ottimismo.
Vladimir “Ze’ev” Jabotinsky (Ze’ev, in ebraico, significa lupo) è stato il fondatore del sionismo cosiddetto “revisionista”, padre della destra israeliana. Nacque proprio a Odessa nel 1880 e morì a New York nel 1940, dunque prima di veder realizzato il sogno sionista che aveva inseguito per tutta la vita.
Russo per cultura e italiano d’elezione (visse per diversi anni a Roma, dove scriveva corrispondenze per giornali russi), il Jabotinsky scrittore è autore di numerosi feuilleton, poemi, racconti di genere e di due romanzi, “Sansone il Nazareno” del 1925 e appunto “I cinque” del 1936, tradotto per la prima volta in italiano.
La visione politica di Jabotinsky ha avuto una profonda influenza nella storia dello Stato d’Israele, del quale è oggi annoverato tra i padri fondatori. Tra i molti aspetti della sua attività, materia di numerose biografie, l’impegno a Odessa nella fondazione dell’Organizzazione per l’autodifesa ebraica, e il contributo dato, durante la prima guerra mondiale, alla creazione di una legione ebraica all’interno dell’Esercito britannico. Si impegnò per la nascita del futuro stato ebraico a livello internazionale e nella Palestina mandataria, dove diede vita a gruppi di autodifesa ebraica, come il Beitar, che giocarono un ruolo di primo piano nella formazione delle future forze di difesa dello Stato d’Israele.
Marco Di Porto