1938, l’Italia razzista
La spoliazione dei beni, dalle aziende agli utensili. Una vera e propria razzia di Stato che Fabio Isman racconta ne “1938, l’Italia razzista. I documenti della persecuzione contro gli ebrei”, pubblicato dalla casa editrice Il Mulino con prefazione di Liliana Segre e presentato ieri pomeriggio nella Sala Zuccari del Senato.
L’incontro, promosso dalla Vicepresidente del Senato Anna Rossomando insieme alla Comunità ebraica di Roma, ha visto al tavolo l’autore assieme alla presidente della Comunità Ruth Dureghello, il rabbino capo Riccardo Di Segni e il presidente emerito della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick.
Il rabbino capo, nell’occasione, ha mostrato la lettera di licenziamento indirizzata al nonno che fu cancelliere del tribunale di Roma. Un provvedimento personalmente firmato dal re Vittorio Emanuele III. Anche la presidente Dureghello, ricordando il contributo degli ebrei italiani al Risorgimento e nella Grande Guerra, si è soffermata sul “tradimento” del ’38. E ha sottolineato l’importanza di reagire oggi di fronte a nuove manifestazione di odio, come nel caso delle pietre d’inciampo divelte e ricollocate nelle scorse ore nel rione Monti.
(16 gennaio 2019)