Levi tra i banchi di scuolaL’ironia del Primo adolescente
Primo Levi tra i banchi di scuola, adolescente intento a scrivere poesie ironiche e disegnare caricature dei compagni. È un’immagine inedita e affettuosa di Levi quella regalata dall’iniziativa del Liceo di Torino Massimo D’Azeglio in occasione dell’anniversario dei cento anni dalla nascita del grande scrittore. Per celebrarne il ricordo, il liceo ha voluto infatti dedicare a Levi un’intera giornata nonché intitolare a suo nome i laboratori scientifici dell’istituto che frequentò fino al 1934. “Saremmo stati chimici, avremmo dragato il ventre del mistero con le nostre forze, col nostro ingegno”, la frase tratta dal racconto Idrogeno, del Sistema Periodico, che generazioni di studenti del D’Azeglio potranno leggere ora prima di entrare nei laboratori sulla nuova targa. E con divertimento hanno letto l’altro regalo di giornata: la ristampa del giornalino scolastico in cui compare la prima poesia mai pubblicata di Primo Levi. “Voi non sapete studiare!”, il titolo del ironico componimento. “Abbiamo messo quella poesia in primo piano proprio per dare a Levi un ritratto che non fosse quello trasmesso dai libri di scuola. Bisogna ‘togliergli la polvere per farlo apprezzabile ai ragazzi di oggi, pronti e preparati per riconoscerne la bellezza” ha spiegato ai giornalisti Domenico Scarpa, consulente letterario ed editoriale del Centro studi Primo Levi di Torino, nonché curatore assieme a Roberta Mori, dell’Album Primo Levi (Giulio Einaudi editore) presentato agli studenti torinesi. “Da quella poesia emerge una capacità espressiva assolutamente formidabile di un Levi ancora adolescente. Credo sia un messaggio forte per gli studenti: anche da giovani, bisogna avere il coraggio di esprimere il proprio punto di vista”, racconta a Pagine Ebraiche Mario Montalcini, già presidente della Fondazione per il Libro e parte del comitato per il centenario della nascita di Primo Levi. Oltre alla poesia su quel numero il giovane Primo pubblicò anche alcune caricature, tra cui quella del padre di Mario Montalcini, Emilio. “Avevo scoperto di questa caricatura lo scorso anno – racconta Montalcini – ed è stata un’emozione vederla proiettata in sala al D’Azeglio. Levi e mio padre erano compagni di scuola”. Il padre Emilio ricorderà bene il primo giorno dell’introduzione delle Leggi razziste del 1938. “Intervistato da mia figlia, disse di avere bene in mente i suoi compagni di classe mentre voltavano la faccia. Non un gesto di solidarietà”. Oggi invece l’impegno a non dimenticare quella macchia è vivo e presente: proprio davanti al D’Azeglio lo scorso anno sono state poste le Pietre d’inciampo in ricordo di Virginia Montalcini e Franco Tedeschi. “Fu l’ultima scuola dove Virginia ha potuto studiare e tutta la famiglia è legata al D’Azeglio”, racconta oggi Mario, figlio di uno dei cugini della donna, assassinata ad Auschwitz. Gli studenti ogni mattina inciampano nella sua Memoria e ora avranno uno spunto in più per riflettere grazie all’ironia di Primo Levi, che li ricorda come: “Voi non sapete studiare!”.