“Al centro il rispetto della vita e dignità”
Signor Primo Ministro, illustri ospiti e autorità
Accogliamo questa Sua visita con un saluto corale di tutte le comunità italiane (21 in tutto il territorio nazionale), che vivono e partecipano le vicende del Paese. Ciascuna ha le proprie caratteristiche, storia di nascita e di resilienza, di beni culturali e tradizioni, di vita ebraica e celebrazioni comunitarie, ma tutte unite dal profondo radicamento nel territorio e nel contesto italiano, che con le proprie capacità e competenze hanno contribuito allo sviluppo culturale economico e sociale di questo Paese, mentre nei momenti di crisi e di guerra hanno lottato per lo stesso e per l’affermazione dei più fondamentali principi.
A nome loro mi faccio portatrice di alcune condivise riflessioni:
– Stiamo celebrando in questi giorni, e culminerà con il giorno 27, il ricordo della Shoah e dei sei milioni di ebrei uccisi con un disegno di sterminio che non ha uguali. Ma la Shoah non inizia e non finisce con Auschwitz, non inizia e non finisce con le responsabilità del popolo tedesco e dei nazisti, non è solo una questione ebraica. Ha origini che affondano nel millenario antisemitismo, nelle leggi del ’38 e ancora oggi vi è offesa se il negazionismo non è degnamente affrontato in ogni sede istituzionale; la Shoah nel suo insieme ha i suoi responsabili anche qui in Italia per quanto fatto dal fascismo con tutti gli atti legislativi e amministrativi che a quelle precise volontà diedero esecuzione e con tutti i comportamenti inerti di chi restava indifferente. Su queste negli ultimi ottant’anni andava e va fatta una seria e responsabile riflessione.
– L’antisemitismo non è un fenomeno del passato. Oggi è ancora più forte e al di là dei fenomeni connessi al terrorismo e radicalismo islamico a noi preoccupa, pur apprezzando immensamente l’indefesso lavoro delle forze dell’ordine di ogni grado, il riemergere forte e distinto di gruppi di estrema destra, della violenza e odio razziale, dai campi di calcio alle aule universitarie, che con la leva della rete attecchisce e si diffonde, uccide con le parole ma anche con le armi; apprezziamo l’impegno e il voto favorevole dell’Italia alla risoluzione del Consiglio dell’Unione europea che lo scorso 6 dicembre ha approvato e condiviso la definizione operativa proposta dall’IHRA e invitiamo governo e istituzioni, comprese quelle universitarie, a recepirla ed implementarla, compresi i riferimenti alle subdole forme di antisemitismo che boicottano Israele e le associano gli atroci atti commessi dal nazismo e dal fascismo.
– Abbiamo in tutte le fasi dal dopoguerra ad oggi sempre rafforzato la cooperazione e i rapporti tra istituzioni ebraiche e lo Stato italiano, con le istituzioni culturali e accademiche e gli enti locali di riferimento, per andare oltre alla logica di tutela di una minoranza religiosa ed essere un interlocutore – non un protestatore – partecipe ai processi di crescita, di elaborazione di modelli educativi, di studio e di scuola, per affrontare le più difficili sfide, come oggi quella dell’immigrazione, sulla base dei valori ebraici, primo fra tutti il rispetto della vita e dignità umana.
– La sicurezza, la cultura, la stabilità e la pacifica convivenza, in Italia ma nell’Europa tutta di cui vediamo e ricordiamo l’Italia fondatrice e promotrice, sono priorità da porre in cima ad ogni scelta economico-politica che né è espressione.
Shabbat Shalom
Noemi Di Segni, Presidente UCEI
(18 gennaio 2019)