I nomi dei deportati ad alta voce“Così restituiamo l’identità alle vittime”
“Ogni persona ha un nome/ datole dal Signore/ da suo padre e da sua madre, […]Ogni persona ha un nome/ assegnatole dai nemici/ e dall’amore […]Ogni persona ha un nome/ Dato a lei/ dal mare/ e dalla morte”. Negli anni Novanta Zelda Schneersohn Mishkovky ricordava al mondo un fatto apparentemente scontato: ogni persona ha un nome e dietro quel nome c’è una storia. Ognuna delle vittime della Shoah aveva un nome e una storia che il nazifascismo volle cancellare. “Io sono nata con un nome, Liliana Segre. Oggi ho di nuovo un nome. Ma un tempo mi è stato tolto. E a tanti come me fu tolto. Diventammo un numero. Non eravamo più quelli con un nome: come numero ci chiamavano all’appello, come numero ci mandavano a lavorare, come numero ci davano la zuppa, come numero ci mandavano a morire”, ha più volte ricordato la senatrice a vita Liliana Segre. E con questa consapevolezza grande valore ha l’iniziativa lanciata dall’amministrazione comunale di Basiglio (Milano) assieme alla casa editrice Mursia di ridare un nome alle vittime italiane della Shoah: “Restituisco il tuo nome”, il titolo della maratona che vedrà per una settimana – dal 20 al 27 gennaio – studenti e cittadini avvicendarsi nel leggere i 30.632 nomi delle persone che dall’Italia vennero deportate nei campi nazisti. Si tratta di una prima volta per l’Italia e i nomi letti sono quelli contenuti ne Il libro della Memoria (Mursia) di Liliana Picciotto, storica del Cdec di Milano, e Il libro dei deportati a cura di Brunello Mantelli e Nicola Tranfaglia in collaborazione con ANED. Si parte oggi alle ore 16.30 (fino alle 19.30) e si proseguirà per 60 ore, fino a domenica 27 gennaio dalle 10.30 alle 19.30. L’appuntamento è in piazza Marco Polo, nella zona antistante il supermercato del centro commerciale di Milano3, dove verrà allestito uno spazio in cui si avvicenderanno gli amministratori di Basiglio e dei Comuni vicini, gli studenti delle scuole basigliesi, gli iscritti delle associazioni del territorio e i cittadini che vorranno partecipare, senza bisogno di prenotarsi. Illuminati da una fiaccola che arderà in un braciere per tutta la durata della maratona di lettura, dopo avere ricordato il nome della persona deportata, i partecipanti, riprendendo l’usanza del rito ebraico di posare una pietra sulla tomba in commemorazione del defunto, deporranno un sasso in prossimità del leggio. “Restituire alla memoria i nomi dei singoli deportati affidandone la lettura pubblica a singoli cittadini – spiega il sindaco Lidia Reale – è un gesto simbolico di enorme importanza, soprattutto ora che sono sempre meno i testimoni diretti della tragedia della Shoah e della deportazione. Il nostro è un gesto collettivo che vuole restituire alle vittime quella identità che nei campi nazisti si è cercato di cancellare, annullare, distruggere. Le vittime della più grande tragedia del Novecento – conclude il primo cittadino – erano donne, uomini, bambini con un nome e una storia: vogliamo ricordare ad alta voce i loro nomi perché nessuno possa dimenticare o negare ciò che è avvenuto”.