…accoglienza

“Non opprimere lo straniero; voi conoscete l’animo dello straniero, poiché siete stati stranieri in terra d’Egitto” (Esodo 23:9), “Amate dunque lo straniero, poiché anche voi siete stati stranieri nel paese d’Egitto” (Deut. 10:19). “Se un tuo fratello diviene povero e si trova nell’indigenza in mezzo a voi, tu lo sosterrai come uno straniero e un residente, perché possa vivere presso di te” (Levitico 25:35). L’accoglienza dello straniero, è persino superfluo ricordarlo, è forse il centro stesso della Torah. In questo senso sono quanto meno comprensibili le parole dei vertici della Comunità ebraica che esprimono riserve nei confronti della politica migratoria del governo italiano. L’ultimo atto è il decreto sicurezza che rivede, al ribasso, la possibilità di accoglienza. Il risultato è quello visibile in questi giorni: persone prima inserite in programmi di integrazione si ritrovano in mezzo ad una strada, col rischio che si crei ancora più disordine. E che tutto ciò coincida con un forte rigurgito antisemita da più parti registrato e con citazioni dei Protocolli dei savi di Sion non pare affatto casuale.

Davide Assael, ricercatore