L’indagine SWG-Pagine Ebraiche
Antisemitismo, percezione in crescita
In crescita considerevole la percezione dell’antisemitismo in Italia. È quanto emerge dalla sesta indagine sulla Memoria condotta dall’istituto di ricerca SWG in collaborazione con la redazione di Pagine Ebraiche. Un rapporto che permette, nell’arco di tempo monitorato, di cogliere alcuni segnali importanti. Il 49% del campione, il dato più alto del sessennio, ritiene infatti significativa la minaccia antiebraica. Alla domanda “Secondo lei oggi in Italia esiste ancora molto, abbastanza, poco o per niente un sentimento antisemita?” l’11% per cento dei rispondenti ha scelto l’opzione “molto”, il 38% “abbastanza”. Nel 2018, chi riteneva questa minaccia particolarmente intensa era appena il 5% degli intervistati. Un dato non dissimile dalle rilevazioni precedenti. Questa opzione era stata infatti scelta dal 7% sia nel 2014 che nel 2015, dal 4% nel 2016, dal 6% nel 2017. Per la prima volta si va quindi in doppia cifra.
L’invito di Riccardo Grassi, direttore di ricerca SWG, è a leggere questo numero in relazione al rafforzamento di una percezione del Giorno della Memoria che emerge dall’indagine: non più un appuntamento soltanto giusto o formativo, ma “necessario” per un numero sempre più rilevante di italiani. La domanda “Secondo lei, ricordare il genocidio degli ebrei e delle altre vittime del nazismo attraverso il Giorno della Memoria è?” è stata infatti completata con l’aggettivo “necessario” dal 36% dei rispondenti (erano 32% nel 2018, appena 26% nel 2017). Cala il dato di chi ritiene “retorico” l’appuntamento (dal 13 al 12%). Stabile invece il numero di chi lo definisce “inutile” (8%).
Quello relativo alla “necessità” del Giorno della Memoria è un dato in trend dallo scorso anno e, spiega Grassi, potrebbe indicare come il senso di questa iniziativa “stia transitando dall’essere percepito come un dovere nei confronti delle persone morte nei campi di concentramento (e quindi rivolto soprattutto al passato) ad una necessità per le persone del presente legata alle crescenti pressioni populiste e di destra”.
Tra i diversi spunti di questa indagine, che sarà presentata integralmente sul prossimo numero di Pagine Ebraiche, un confronto tra la conoscenza “spontanea” e quella invece “sollecitata”. “Lei sa quale commemorazione ricorre il 27 gennaio?”, viene chiesto. Risponde affermativamente il 50,4% degli intervistati (nel 2018 era il 54,3%). “Tra quelle indicate qual è la commemorazione che ricorre il 27 gennaio?”, il secondo interrogativo formulato con tre possibili opzioni: a) è il Giorno della Memoria; b) si ricorda la Shoah/l’Olocausto; c) non sa/non ricorda. Il 52,8% sceglie la prima ipotesi (nel 2018 era il 54,5%), mentre il 23,5% per cento propende la seconda (nel 2018 era il 24,2%). Aumenta invece il numero di chi sa o non ricorda: il 23,8%, rispetto al 21,4% del 2018.
Per quanto riguarda l’utilità del Giorno della Memoria, secondo l’87% di coloro che hanno scelto una delle prime due opzioni “aiuta a mantenere viva l’attenzione su queste problematiche”. Un dato in forte aumento rispetto al 2018: +7%. Non “serve più a nulla” per il 21% degli intervistati (erano il 20% dodici mesi fa).
Per quanto riguarda la partecipazione all’iniziativa, alla domanda se gli italiani si sentano “molto, abbastanza, poco o per nulla coinvolti” la risposta prevalente è “poco, per niente” con il 59%, seguita da “abbastanza” con il 34% e “molto” con il 7%. Dei rispondenti si sente “molto” coinvolto il 19%, “abbastanza” il 42% e poco/per nulla il 40%.
(23 gennaio 2019)