I giovani e il ricordo della Shoah,
premiate le scolaresche vincitrici
I giovani, anche quest’anno, protagonisti della solenne cerimonia al Quirinale. La casa di tutti gli italiani è stata infatti la sede della premiazione del concorso “I giovani ricordano la Shoah” promosso da MIUR e UCEI. Disegni, elaborati, video testimonianze: un impegno di Memoria sviluppato attraverso diverse forme espressive.
Il riconoscimento è andato all’IISS “G. Caboto” di Chiavari (Genova) per il lavoro “Sul filo delle parole”; all’IC Andrea Zanzotto – Scuola Secondaria I grado di Caneva-Polceniga di Caneva (Pordenone) per il lavoro “I cesti della memoria. Vogliamo dare voce”; alla Scuola Primaria “C. Battisti” di Sordio (Lodi), per il lavoro
“Dedica a Calogero Marrone”.
“Il lavoro della classe – si legge nella motivazione del premio assegnato all’Istituto Caboto – si è concretizzato nella realizzazione di un libro interattivo che non si esaurisce nella valenza fortemente simbolica ma risulta anche capace di proporre/propone una lettura della storia fatta di immagini e parole. Attraverso l’originale elaborato, gli alunni individuando alcuni termini chiave, propongono uno strumento che permette di scegliere tra alternative contrapposte. Emergono con forza alcune parole accuratamente scelte, che divengono simbolo di quello che l’uomo non dovrebbe mai dimenticare. Il lavoro indica che si può operare una scelta tra giustizia e ingiustizia, tra la solidarietà e l’indifferenza, segnalando nel finale che ‘la speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno di fronte alla realtà delle cose e il coraggio per cambiarle'”.
La scuola di Caneva è stata invece premiata per questo motivo: “Attraverso il recupero di storie singole e diverse la classe ha realizzato un lavoro veramente pregevole, dando voce a sei categorie di vittime dello sterminio nazifascista: ebrei, rom e sinti, omosessuali, ‘asociali’, oppositori politici e Testimoni di Geova.
Dopo un attento studio delle vicende storiche, i ragazzi e le ragazze hanno individuato sei persone emblematiche scambiando con loro un immaginario ma realistico rapporto epistolare. Documenti e lettere sono stati inseriti in cesti lavorati a mano, tipici della tradizione locale, con fieno che richiama i giacigli della prigionia, creando così un manufatto particolarmente suggestivo ed efficace”.
Per quanto concerne gli studenti di Sordio, questa la motivazione: “Il cortometraggio con protagonisti gli alunni è dedicato alla figura di Calogero Marrone, funzionario dell’anagrafe del comune di Varese, che procurò certificati falsi a ebrei e oppositori politici. Per questa sua attività fu arrestato e deportato a Dachau, dove morì. I giovanissimi attori hanno saputo immedesimarsi nei protagonisti della vicenda, interpretandoli con efficacia e delicatezza. Le loro modalità espressive, volutamente senza parole, riescono a coinvolgere profondamente e a far riflettere sulle possibilità che ciascuno ha di contrastare le ingiustizie”.
Le tre menzioni del concorso sono andate invece all’Istituto Comprensivo Senigallia Centro – “Fagnani” di Senigallia (Ancona) per “Obiettivo Yad Vashem”;
alla Primaria I.C. Giovanni XXIII di Monte S. Biagio (Latina) per “Oltre i silenzi e le ostilità…”; all’IC di Druento – Scuola Primaria di Givoletto del Comune di Druento (Torino) per “Tienimi in braccio – La storia di Massimo”.
“Sviluppando un progetto didattico suggerito da Yad Vashem – si legge a proposito della prima menzione – i ragazzi si sono documentati sulla comunità ebraica di Ioannina in Grecia, integrata nella vita cittadina e quasi interamente sterminata durante la Shoah. Soffermandosi sulle immagini di quotidianità, il Laboratorio teatrale di classe è stato uno strumento efficace per evocare la celebrazione di un matrimonio come simbolo di quella cultura ebraica che i nazifascisti hanno cercato di annientare, come testimoniano le ultime scene del video, recitate in maniera coinvolgente e suggestiva”.
Per quanto concerne il secondo riconoscimento viene invece sottolineato: “Il video rievoca la storia di famiglie di ebrei romani, rifugiate nel Lazio meridionale dopo l’8 settembre 1943, trovandosi poi sulle linee di combattimento. Grazie anche al coinvolgimento di genitori, nonni e testimoni diretti, i ragazzi hanno ricostruito una storia “dimenticata”, riportando alla memoria le vicende di una maestra ebrea di Lenola aiutata dagli abitanti del luogo, di cui si sarebbero altrimenti perdute le tracce. La realizzazione del video, attraverso ad un’attenta ricostruzione dei costumi tradizionale ciociari, permette altresì di entrare nel clima culturale del tempo, sottolineando momenti ed episodi di solidarietà”.
Queste le parole che accompagnano infine la terza menzione: “Gli alunni di una seconda classe di scuola primaria hanno raccontato la storia del salvataggio del piccolo Massimo Foa. Tenendo conto dell’età dei bambini, gli insegnanti hanno trovato un modo particolarmente delicato di far loro raccontare una tragica vicenda storica.Il risultato di questa esperienza didattica è un testo in rima, corredato da disegni spontanei e vivaci, che rendono di immediato impatto emotivo questo lavoro”.
(24 gennaio 2019)