Quirinale, una Memoria al femminile
Uno sguardo al femminile. Sugli orrori del passato e sul futuro da costruire insieme, nel nome dei valori di libertà, uguaglianza, democrazia. “Donne nella Shoah”: una declinazione oggi al centro della solenne cerimonia per il Giorno della Memoria svoltasi al Quirinale, con interventi del Capo dello Stato Sergio Mattarella, della Presidente UCEI Noemi Di Segni, del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e della Testimone Edith Bruck (in dialogo con l’attrice Isabella Ragonese, che ha recitato alcuni suoi testi).
A inquadrare il tema anche una riflessione introduttiva della professoressa Milena Santerini, vicepresidente del Memoriale della Shoah di Milano, e i brani eseguiti dal pianista Francesco Lotoro con l’accompagnamento vocale di Cristina Zavalloni.
Presenti alla cerimonia, in cui non sono mancati i riferimenti all’attualità e che è stata condotta da Francesca Fialdini, il Premier Giuseppe Conte, il Presidente della Camera Roberto Fico, i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
“Le ideologie totalitarie – ha osservato il Capo dello Stato, sviluppando una riflessione a partire dal tema portante – hanno sempre considerato le donne come esseri inferiori. E così come la donna ariana, nella follia nazista, era ridotta a mero strumento per la riproduzione di nuovi ariani, la donna ebrea portava la colpa ulteriore di aver generato la progenie di una razza ritenuta diversa. Anche per questo va sempre ricordato che non può esistere democrazia e libertà autentica nei Paesi in cui, ancora, si continua a negare pienezza dei diritti e pari opportunità per ogni donna”.
Un ricordo, quello della Shoah, che è invito alla riflessione e all’impegno nel presente. Il Giorno della Memoria, ha detto infatti Mattarella, “non è soltanto una ricorrenza, in cui si medita sopra una delle più grandi tragedie della storia, ma è un invito, costante e stringente, all’impegno e alla vigilanza”.
“In Italia e nel mondo – ha poi aggiunto – sono in aumento gli atti di antisemitismo e di razzismo, ispirati a vecchie dottrine e a nuove e perverse ideologie. Si tratta, è vero, di minoranze. Ma sono minoranze sempre più allo scoperto, che sfruttano con astuzia i moderni mezzi di comunicazione, che si insinuano velenosamente negli stadi, nelle scuole, nelle situazioni di disagio”.
In questo senso “la riproposizione di simboli, di linguaggi, di riferimenti pseudo culturali, di vecchi e screditati falsi documenti, basati su ridicole teorie cospirazioniste, sono tutti segni di un passato che non deve in alcuna forma tornare e richiedono la nostra più ferma e decisa reazione”.
“L’odio antisemita, che ha radici antiche – aveva in precedenza affermato la Presidente UCEI – non è un’espressione di intolleranza circostanziata in risposta ad un determinato comportamento. È il tutto a prescindere, nonostante i doni fatti all’umanità per amore della scienza e del progresso. Senza conoscersi, addossando la responsabilità di ogni male del mondo agli ebrei, o al contrario inventando mali inesistenti attraverso le teorie del complottismo. È il dichiarare ancora oggi un disegno di stermino nucleare del nostro popolo. Con riferimento alla Shoah: prima considerarla una pura invenzione ebraica di comodo, per culminare oggi nel riconoscimento della stessa, e al contempo attribuendo allo Stato d’Israele i medesimi comportamenti dei nazisti. L’antisemitismo è problema di chi lo subisce ma anche di chi lo perpetua nelle generazioni”.
Tre le figure femminili che ha voluto ricordare: Tullia Calabi Zevi, la prima presidente donna dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, di cui a breve ricorrerà il centenario dalla nascita e omaggiata con queste parole: “L’ha guidata per quindici anni con grande saggezza, fermezza, proverbiale eleganza. A lei va il nostro commosso e affettuoso ricordo, e facciamo nostre le sue parole: ‘Nuovi campi di concentramento possono tornare a esistere dovunque se i diritti di tutte le minoranze non trovano un terreno fertile sul quale attecchire. Noi ricopriamo lo scomodo ruolo di cartina al tornasole e coscienza critica della democrazia’”
Quindi Giacometta Limentani, scrittrice, studiosa di lingua e di vita ebraica. “A lei, che fu violentata all’età di dodici anni nella propria casa da un fascista in visita ispettiva, e a tutte le donne che ogni giorno donano la loro arte, che ogni giorno creano con il loro sapere e fare un luogo che si chiama casa, dedichiamo il nostro pensiero”.
E infine Lea Sestieri, scomparsa pochi mesi fa, all’età di 105 anni. “Per decenni attiva in iniziative di Dialogo interreligioso e la prima donna a frequentare gli studi del collegio rabbinico”.
“Da ministro – ha dichiarato Bussetti – sono orgoglioso del lavoro svolto dai ragazzi. Lottiamo affinché le coscienze non vengano anestetizzate e si tramandi la Memoria delle vittime dell’Olocausto, perché non possiamo permettere che negli anni a venire la Shoah venga considerata alla stregua di un fatto storico da analizzare unicamente con la distanza che si riserva a un passato che non ci tocca più da vicino”.
Il ministro ha quindi ricordato il viaggio della Memoria organizzato dal Miur insieme all’UCEI: “Un’esperienza di conoscenza profonda che gli studenti hanno l’opportunità di vivere per vedere con i loro occhi le atrocità e l’anonimo di cui l’uomo occidentale è stato capace”. E, a proposito del pessimismo sul futuro espresso dalla senatrice a vita Liliana Segre, ha affermato: Tale monito obbliga la comunità scolastica a riflettere sul significato culturale e storico che la Shoah rappresenta per al nostra coscienza”.
“Le donne – aveva detto in apertura Santerini – hanno saputo creare uno spazio per la dignità e l’aiuto reciproco. Anche solo restando insieme”.
Commoventi le parole di Edith Bruck, insieme a quelle di due studentesse premiate per il concorso ‘I giovani ricordano la Shoah’ (tra cui una giovane di etnia rom). “Ai ragazzi – ha detto la Testimone – trasmetto tutto quello che posso. Vale sempre la pena, sono 50 anni che lo faccio. È molto faticoso testimoniare, raccontare. Non si può spiegare Auschwitz fino in fondo. Ma andare nelle scuole è fondamentale. Incidi sulla mentalità, sul comportamento dei ragazzi. Ti capiscono”.
(24 gennaio 2019)