…responsabilità
“Gentile direttore, La ringrazio per la mail ricevuta. Lei ha ragione, aver condiviso quel post, è stato un atto di grave leggerezza, che ho subito rimosso chiedendo pubbliche scuse. Chi conosce la mia storia di 35 anni di battaglie a tutela dei diritti, sa bene che non ho alcuna simpatia verso fascismo e nazismo, orrori e tragedie umane del secolo scorso. Per questo chiedo scusa anche a Lei”.
Queste le parole con cui Elio Lannutti ha risposto a una lettera con cui lo si richiamava alle sue responsabilità dopo aver propagandato come veritiero il testo dei Protocolli dei Savi di Sion. Gli erano state poste alcune questioni in quella lettera:
“Senatore Lannutti: non pensa che i linguaggi che lei ha voluto valorizzare siano meritevoli – in quanto notoriamente falsi, denigratori e distorcenti della storia – di censura? Non pensa che chi siede fra i banchi del Senato, quello stesso Senato che vede fra i suoi colleghi la signora Liliana Segre (che in conseguenza delle teorie a cui lei accenna con compiacimento frettoloso ha subito inenarrabili sofferenze personali), debba fare del senso di responsabilità il suo faro evitando di dare valore al diffuso discorso d’odio presente sul web? Non pensa che l’importante azione politica che solo un rappresentante del popolo può esercitare, vada indirizzata a produrre leggi fondate sulla conoscenza precisa del mondo del lavoro e dell’economia, e non fondate su ipotesi fantasiose di complotti finanziario/politici che non hanno alcun fondamento storico e che mistificano la realtà (producendo disastri politici a loro volta)?
Senatore, noi tutti guardiamo alle istituzioni con enorme rispetto e siamo pronti a collaborare con esse a tutti i livelli per elevare questo nostro Paese e condurlo in acque meno tempestose di quelle attuali. Le chiedo quindi con tutta la sincerità di cui sono capace: non liquidi il suo scivolone mediatico come un fraintendimento, né si limiti a cancellare il suo post come incongruo al ruolo che ricopre. Affronti, invece, la sostanza di quel post; ne riconosca la pericolosità, e dimostri il carattere necessario a discuterlo e a disconoscerlo in pubblico. Se lo farà si guadagnerà la stima di molti. Se non lo farà, verrà annoverato nella schiera dei politici antisemiti. Non è una buona compagnia, ha avuto precedenti ignobili. Continuare una simile tradizione nel presente farebbe del male a tutti, innanzitutto al nostro Parlamento, la cui libertà di azione e di pensiero è stata conquistata con il sangue di migliaia di giovani che hanno combattuto perché lei avesse il diritto di sedere fra quei banchi”.
Ma il cittadino Lannutti ha scelto la via breve, ha chiesto scusa, come se avesse starnutito fuori contesto, dimostrando di non capire, nel profondo, i radicali sentimenti di ostilità antiebraica che pervadono la sua azione politica.
Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC