Torino corre la Run for MemLo sport per non dimenticare
Quasi duemila persone tra iscritti ufficiali e non si sono ritrovati in Piazza Madama Cristina, nel cuore del quartiere di San Salvario, a due isolati dalla sinagoga e dai luoghi della Comunità ebraica per partecipare alla terza edizione della Run for Mem, la corsa per la Memoria organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, di concerto con la comunità ebraica di Torino. “Corriamo tutti i giorni, nella frenesia della vita quotidiano, ma oggi lo facciamo con un messaggio nel cuore, portando con noi il ricordo del passato e al contempo la volontà di guardare al futuro”, ha sottolineato in apertura la presidente UCEI Noemi Di Segni, inaugurando la corsa non competitiva arrivata nel capoluogo piemontese dopo le edizioni di Roma e Bologna. A spiegare ai presenti il significato della corsa, l’ormai presenza fissa della Run For Mem, il testimonial d’eccezione Shaul Ladany, podista olimpionico israeliano, oggi 82enne, sopravvissuto ai Lager nazisti e alla strage terroristica di Monaco ’72. “Ricordate il motivo per cui siete qui – le parole di Ladany – Non dimenticare la Shoah e fare in modo che quell’orrore non si ripeta”. A portare il proprio saluto ai partecipanti, il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni, che ha ringraziato le autorità e i rappresentanti delle diverse confessioni per la presenza. “È un’iniziativa importante per Torino – sottolinea a Pagine Ebraiche il sindaco Chiara Appendino – Oggi siamo qui per non dimenticare ma anche per dare una lezione ai giovani attraverso i valori dello sport, che rappresentano al meglio i valori della comunità”. Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ha invece ricordato il ruolo di Torino nella Resistenza: “è particolarmente significativo che questa corsa si svolga qui, una delle città da cui è partita la riscossa della Resistenza. Ci permette di ricordare in modo diverso una storia buia e di grande sofferenza. Il mio auspicio però è che non ci si dimentichi il significato del 27 gennaio una volta passata la mezzanotte”.
Due i percorsi della Run for Mem: la corsa sportiva di 10 km e la stracittadina di 4 km. Corsa o camminata, ognuno con il proprio passo e la propria andatura seguendo un percorso attraverso alcuni nodi della storia: ogni tappa è un luogo significativo, una porzione di Torino che è stata teatro di controlli, segregazioni, arresti. Un groviglio fatto di vicende personali, di strade, di edifici, di quartieri, di porzioni di città, dove il peso della memoria grava su ogni passo, ma tramite il ricordo, sembra farsi via via più lieve, perché lascia spazio alla consapevolezza.
Prima tappa: i luoghi della Comunità ebraica, rappresentati simbolicamente da Piazzetta Primo Levi, dove all’ingresso della sinagoga sono andate in scena delle letture a cura degli alunni della Scuola Ebraica Secondaria di Primo Grado Emanuele Artom.
Seconda tappa: Piazza Carlo Felice, di fronte alla stazione ferroviaria di Porta Nuova dove l’attrice Ayelet Lagorio ha letto alcune pagine tratte da Se questo è un uomo. Dal binario 17 della stazione torinese partirono centinaia di deportati destinati ai campi di transito o direttamente ai Lager nazisti. I gruppi di uomini e donne condannati alla deportazione venivano radunati all’alba dentro il carcere Le Nuove, dove erano detenuti nel cosiddetto braccio tedesco, e trasportati alla stazione alle prime luci del mattino, transitando lungo corso Vittorio Emanuele II, spesso deserto. Dal binario 17 – dove oggi è posta una lapide per non dimenticare – , nel pomeriggio prederà il via la Fiaccolata della Memoria, a cura dell’Associazione onlus “Nessun uomo è un’isola”. E sarà di nuovo il camminare l’elemento aggregante: dalla stazione alle Nuove.