…Ringelblum

Il bellissimo film di Roberta Grossman “Chi scriverà la nostra storia?” uscito in occasione del Giorno della memoria ci racconta una storia straordinaria, quella dell’Oneg Shabbat, l’organizzazione clandestina organizzata nel ghetto di Varsavia da Emanuel Ringelblum, uno storico, per radunare la maggior documentazione possibile sulla vita nel ghetto. Il suo intento era quello di non lasciare che a raccontare quella storia fossero i nazisti, di raccontarla dal punto di vista degli ebrei. È così che mentre intorno si moriva ogni giorno a decine e decine di fame e di malattie, mentre la prospettiva delle deportazioni si faceva sempre più vicina, fino a realizzarsi per trecentomila persone nel luglio 1942, Ringelblum e il suo gruppo, composto di studiosi, di storici, di rabbini, ma anche di gente comune, raccoglie di tutto, dal biglietto del cinema ai verbali del Consiglio ebraico del ghetto. Tutti scrivono, riempiono di annotazioni i loro quaderni, raccontano. Il materiale, raccolto nella massima segretezza, sarà seppellito in scatole di latta sigillate, nei bidoni del latte. Solo in tre sopravviveranno dell’intero gruppo, e saranno in grado, nel dopoguerra, di ritrovare almeno in parte quella preziosissima documentazione. Essa è ora collocata negli archivi ebraici di Varsavia, allo Yad Vashem e negli Stati Uniti, e nel 1999 è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. E se mai c’è qualcosa che si possa definire come un atto di eroismo, credo che sia, più di tanti altri, quello di coloro che, alle soglie della morte, hanno scritto per i posteri la loro storia, hanno descritto l’indicibile perché gli altri sapessero.

Anna Foa, storica