Itinerari di Memoria
Tantissime le iniziative promosse in tutta l’Italia in occasione del Giorno della Memoria. Come spiegato dall’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition si è svolta a Torino l’edizione 2019 della Run for Mem, che dopo Bologna e Roma ha portato quasi duemila persone a ritrovarsi nel centro del capoluogo piemontese per seguire l’itinerario lungo i luoghi della città legati alla storia delle persecuzioni. Testimonial dell’evento è stato ancora una volta Shaul Ladany, ottantaduenne atleta israeliano sopravvissuto alla Shoah e alla strage delle Olimpiadi di Monaco.
Cresce nella Penisola la percezione della diffusione dell’antisemitismo. Dalla sesta edizione dell’indagine promossa dall’Istituto di Ricerca SWG in collaborazione con la redazione di Pagine Ebraiche nei giorni che precedono il 27 gennaio risulta che l’11 per cento dei partecipanti ha scelto l’opzione “molto” in risposta alla domanda “Secondo lei oggi in Italia esiste ancora molto, abbastanza, poco o per niente un sentimento antisemita?”, più che il doppio che nell’anno precedente e per la prima volta in doppia cifra. A ritenere i pregiudizi antiebraici abbastanza diffusi il 38 per cento degli intervistati.
Ha partecipato alla cerimonia per il Giorno della Memoria allo Yad Vashem di Gerusalemme il ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero Milanesi in questi giorni in visita in Israele. Tra l’altro il ministro ha incontrato il premier israeliano Bibi Netanyahu, il presidente Reuven Rivlin e la comunità degli italkim.
Nella sezione Bechol Lashon, questa settimana in lingua spagnola grazie alla traduzione di Arianna Mercuriali, un pensiero del rabbino Michael Ascoli sulla scelta della rivista Time di nominare come “uomo dell’anno” il giornalista saudita Jamal Khashoggi, barbaramente ucciso negli scorsi mesi e tutti i giornalisti in pericolo. “Dunque non un uomo forte – o una donna forte – come altre volte successo in passato. Ha preferito invece un gruppo, benché abbia tributato al defunto Khashoggi un onore particolare”, spiega il rav. “Le nostre fonti ci suggeriscono qualcosa al riguardo? Direi di sì, e tanto per fare una cosa nuova, in controtendenza. L’ebraismo ha sempre teso a limitare il potere del leader, a preferire chi rifugge l’onore all’eroe trionfante e soprattutto a considerare particolarmente positiva l’epoca in cui sia la collettività a raggiungere il successo”.
In pilpul invece un pensiero dello storico sociale delle idee David Bidussa, che ricorda come la verità sia “un processo faticoso” e non un prodotto preconfezionato da altri.
Infine nell’appuntamento con Italics, la ripresa di un articolo del Jewish Journal californiano che racconta un piatto della tradizione italiana-sefardita: la ruota del Faraone.
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