Oltremare – Silenzio, parla Gantz
Una cosa che è raro sentire in Israele è il silenzio. Salvo andandosi a rifugiare da qualche parte nel deserto, ma anche lì ad ogni passo si rischia di incrociare un gruppo intero di giovani americani targati Taglit, di quelli che riuscirebbero a riempire di urletti anche i crateri lunari. Oppure passeggiando lungo il bagnasciuga fuori stagione, perché invece a provarci in stagione balneare fra bagnini che non stanno zitti un secondo e berciano al megafono in qualsiasi lingua che sanno e che non sanno, e giocatori di matkot o tennis da spiaggia, non c’è un attimo senza decibel altissimi. Adesso poi che è iniziata la campagna elettorale più pazza del mondo, con tutti i partiti che si sminuzzano e si rischia di arrivare al traguardo del 9 aprile con 120 partiti in formato ognun per sé e il sondaggio per tutti, il silenzio è cosa del tutto ignota in ogni dimensione della vita. E come al solito non si fa che sentire gente che basta Bibi, e non se ne può più, e vent’anni al governo ti cambiano, e se anche eri un santo è ovvio che un po’ ti sarai corrotto, colpa della politica che è sporca mica del santo che è santo, e poi è ora di nuovo e via chiacchierare. Tanto si sa che poi sono gli stessi che lo rivotano e dal 10 aprile saranno tutti a dire che l’han votato perché in fondo è bravo, e poi l’Iran ci vuole tutti morti, e meglio Bibi che la sinistra comunque. L’unico che sta zitto e ci lascia pensare tranquilli, anche lui domani apre finalmente bocca e sarà davvero un momento di unità nazionale: tutti uniti davanti alla tivù. Silenzio, parla Gantz.
Daniela Fubini
(28 gennaio 2019)