La violazione di Auschwitz
Da oggi, nulla sarà come prima. Ci sono attimi, nella storia, in cui questa espressione un po’ trita assume un significato pregnante, si consolida in un simbolo. Temo che così sarà per la violazione di Auschwitz tentata domenica scorsa da un piccolo gruppo di nazionalisti polacchi. Di per sé, nulla di preoccupante. Ma, per l’appunto, un simbolo, che non a caso prende forma nell’epoca pericolosa che viviamo. Un gesto minoritario che si presta a emulazioni e che soprattutto rischia di rendere contestabile l’incontestabile. Non contano le motivazioni addotte, chiaramente pretestuose. Conta che si possa mettere in discussione la memoria di Auschwitz proprio il 27 di gennaio, pure imperniato su moltissime e meritevoli iniziative. Dobbiamo prepararci, io credo, a una nuova fase di Memoria della Shoah: da patrimonio collettivo, al massimo recante sintomi di banalizzazione, a battaglia aperta, da combattere per il passato e nel presente.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas twitter @tobiazevi
(29 gennaio 2019)