Memoria – Studiare per non dimenticare
L’ignoranza sull’Olocausto sta crescendo, in particolare tra i giovani. Un recente sondaggio della Cnn in Europa ha rivelato che circa un terzo degli intervistati europei in 12 Paesi ha dichiarato di sapere «solo qualcosa» a proposito dell’Olocausto. In Francia, quasi il 20% dei giovani trai 18 e i 34 anni, ha affermato di non averne mai sentito parlare. E negli Stati Uniti un sondaggio fatto all’inizio di quest’anno ha mostrato che il 66% dei millennial non aveva alcuna conoscenza di Auschwitz. Nel loro complesso questi studi mostrano un’immagine inquietante, con il passare degli anni lacune sempre più ampie si aprono nella conoscenza e nella comprensione dell’Olocausto. Non è preoccupante solo il fatto che l’Olocausto stia svanendo dalla memoria. Il problema è anche che le lezioni da trarre dal genocidio nazista di sei milioni di ebrei non saranno adoperate per affrontare le sfide contemporanee poste alla civiltà. Non si può ignorare la correlazione tra l’aumento dell’antisemitismo e la diminuita consapevolezza nei confronti dell’Olocausto. Nel 2017 l’Fbi ha segnalato un picco del 37% nei crimini di odio contro gli ebrei. L’attacco alla sinagoga di Pittsburgh, con l’assassinio di 11 fedeli, è stato il peggior episodio di violenza contro gli ebrei nella storia degli Stati Uniti. Ma il pericolo dell’estremismo di destra e delle teorie cospirative antisemite dei neo-nazisti sono in circolazione ormai da decenni. In Europa, negli ultimi anni c’è stato un drammatico aumento dell’antisemitismo. Un sondaggio commissionato dall’Ue nel 2017 ha rilevato che quasi il 30% degli ebrei europei ha subito molestie. Nella stessa indagine più della metà degli intervistati in Germania ha riferito di essere stata vittima di episodi di antisemitismo. Non c’è quasi una sinagoga attiva in Europa che non sia presidiata dalla polizia. Di fronte all’aumento dell’antisemitismo, c’è un’impellente necessità di insegnare l’Olocausto nelle scuole negli Stati Uniti e in Europa. Ma quest’opera di divulgazione ha uno scopo più ampio. Può fornire un contesto storico per comprendere il pericolo sociale e mettere in guardia contro l’insorgere di atrocità di massa. Il preludio dell’Olocausto – disumanizzazione, estremismo razziale e creazione di un capro espiatorio – ha accompagnato la violenza di massa o le deportazioni di altri popoli in tutto il mondo. L’Olocausto è iniziato con le parole, con gli stereotipi razziali e la demonizzazione. Riducendo le pressioni sociali ed economiche a risposte semplicistiche, usando come capro espiatorio un segmento della popolazione, gli ebrei, per qualsiasi problema nazionale o sociale. Non è stata la prima volta nella storia che gli ebrei sono stati individuati per essere colpiti e attaccati. La denigrazione del giudaismo va avanti da due millenni. I fascisti, i razzisti e gli estremisti contemporanei usano tattiche simili contro altre minoranze. Intere istituzioni – giudiziarie, legislative, della comunicazione – sono state sovvertite da autocrati e dittatori, alcuni dei quali, come Hitler, hanno preso il potere grazie a elezioni democratiche. Studiare l’Olocausto può fornire una prospettiva su come intere popolazioni possano essere manipolate e bullizzate dai demagoghi, e capire la loro volontà di soccombere al ricatto dell’odio e della paura. Insegna a riconoscere il pregiudizio e ad affrontare il fanatismo via via che fa presa sui giovani. Fornisce inoltre informazioni su coloro che si oppongono al potere della folla, come fecero persone coraggiose nell’Europa conquistata dai nazisti, molte rischiando la vita per salvare gli ebrei. In breve, l’informazione sull’Olocausto esamina le motivazioni e il comportamento di perpetuatori, collaboratori, guardiani, dimostranti e soccorritori. Insegnata correttamente, la storia dell’Olocausto ha la capacità non solo di informare insegnanti e studenti sulle iniquità del passato, ma anche di rispondere a una serie di comportamenti intollerabili – dal bullismo al fanatismo alla pulizia etnica e al genocidio. L’ascesa dei demagoghi e dei movimenti estremisti richiede un approccio più vigoroso a livello globale da parte della società civile. Un’opera mirata di informazione sull’Olocausto può servire come monito, come segnale per agire contro i pericoli della demonizzazione e dell’incitamento, per proteggere i diritti umani e rafforzare i valori democratici fondamentali. Diversi Stati degli Usa, tra cui la California, New York e l’Illinois, hanno istituito corsi obbligatori sull’Olocausto. In Europa: Germania, Regno Unito, Austria, Francia e Paesi Bassi sono tra i pochi Paesi a richiedere che lo studio dell’Olocausto rientri tra le materie scolastiche. Troppo spesso, tuttavia, questo è visto come un obbligo curriculare, inserito in un piano di studi sulla Seconda guerra mondiale o la storia europea moderna. Le Nazioni Unite hanno proclamato il 27 gennaio, data della liberazione di Auschwitz, giorno della commemorazione annuale dell’Olocausto. Trentuno nazioni fanno parte della International Holocaust Remembrance Alliance, fondata nel 1998, che incoraggia l’istruzione e la ricerca. Per quanto questo sia molto, ancora di più deve essere fatto, come hanno dimostrato i sondaggi. L’educazione, compresi gli studi sull’Olocausto, è solo uno dei metodi più importanti per le società per affrontare il diffondersi dell’estremismo, del pregiudizio e dell’odio. E essenziale anche una leadership decisa, a tutti i livelli – pubblico, società civile, media e altri settori. La democrazia è fragile, i diritti umani possono essere facilmente indeboliti o demoliti. Quello che è successo agli ebrei nella Germania nazista è una delle peggiori atrocità della storia. Non è stata l’ultima, come testimoniano la Serbia, il Ruanda e ora il Myanmar. Se non impariamo le lezioni del passato, nessuna società o Paese sarà al sicuro dai demoni che si nascondono dentro e fuori i suoi confini.
Harry D. Wall, La Stampa, 27 gennaio 2019