…ebraismo
Ho sempre pensato che affrontare la parola della Torah fosse la strada privilegiata per comprendere la cultura dell’ebraismo e per appropriarsi attivamente di essa, intellettualmente, innanzitutto, ma anche, più o meno necessariamente, nella pratica di vita. Mai mi è passato per la mente che leggere la Torah o avvicinarsi, con rispettosa deferenza e reverenziale timore intellettuale, al Talmud fosse un modo per ‘ricevere Dio’. Lo affermo forse solo come ammissione di colpa, la colpa dell’ignoranza. E tuttavia mi è sempre sembrato che la cultura dell’ebraismo di tutto si occupa, e dico proprio di tutto, ma non di discettare su Dio. Studiando Torah, o Talmud, più che di avvicinarsi a Dio si ha la sensazione di avvicinarsi alla collettività del popolo, alla sua cultura, alle sue modalità di studio e di apprendimento. E, soprattutto, alla necessità della convivenza, del rispetto reciproco, ossia della pace. Forse Dio voleva proprio questo. Solo questo. Ma forse, chissà?, potrei sbagliarmi.
Dario Calimani, Università di Venezia