Paradossi crescenti

Emanuele CalòAumenta l’antisemitismo nel mondo, sia sotto la forma di attacchi materiali sia sotto la forma di atteggiamenti ostili nei riguardi degli ebrei e di Israele.
Sennonché, il termine “crescente” riguarda sia l’antisemitismo che l’interesse nei confronti dell’ebraismo, nei versanti più svariati: storia, letteratura, cucina, musica e così via. Il fenomeno non è stato del tutto sviscerato, forse soltanto sfiorato, ma comunque conviene rivedere e rileggere gli autori che vi si sono validamente cimentati.
Perché, talvolta la chiave è stata trovata e raccolta, evocando la mitopoiesi, ossia, la tendenza dello spirito umano a pensare o a interpretare la realtà in termini mitologici, secondo la definizione più agevole, tratta dalla Treccani.
In fondo, Franz Kafka, nel Processo, evoca degli scenari che afferiscono al paradosso, che però trovano in seguito una loro collocazione nel mondo del crimine, anche se la loro dimensione, diciamo, quantitativa porterà a differenze ontologiche. Il macabro passaggio dalla letteratura alla realtà è stato così, portato a compimento.
Questo interesse, sopra evocato, può pure possedere delle radici non proprio esaltanti, eppure, sarebbe illegittimo censurarlo, da qualsiasi punto di vista.
Potrebbe, invece, essere degna di nota una palese tendenza al travisamento se non addirittura all’attribuzione o meno dell’ebraismo a seconda delle circostanze, fino a portare a domandarsi se vi sia una onnipresente e pirandelliana Signora Ponza, pronta sempre a rispondere, in ogni tempo e luogo: “Nossignori. Per me, io sono colei che mi si crede”.

Emanuele Calò, giurista