“Francia-Italia, crisi che allarma”
“Una mossa che certifica un fatto: mai il livello degli attacchi verbali è sceso così in basso. La risposta è stata chiara. L’ultima volta che accadde un’iniziativa analoga fu nel 1940, con la dichiarazione di guerra da parte dell’Italia fascista”. C’è allarme nelle parole di Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi del Corriere della sera, che così commenta con Pagine Ebraiche la decisione del governo francese di ritirare il proprio ambasciatore per via degli attacchi “senza precedenti”, così sono stati definiti in un comunicato, del governo gialloverde. “Le ultime ingerenze – si legge in una nota diffusa nelle scorse ore – sono una provocazione ulteriore e inaccettabile, violano il rispetto dovuto all’elezione democratica fatta da un popolo amichevole e alleato e il rispetto che i governi democratici e liberamente eletti si devono reciprocamente”.
“L’aspetto paradossale – prosegue Montefiori – è che gli scambi commerciali e culturali tra i due paesi non sono mai stati così stretti. Il problema è la sovrastruttura politica italiana che fa dello scontro con la Francia il terreno di una battaglia elettorale interna. La palla è ora nel campo italiano: spetta al nostro paese, se ne ha voglia, la mossa di riallacciare i rapporti”.
Concorda Alberto Toscano, collaboratore della televisione francese e della rivista Histoire. “Sono 33 anni che vivo a Parigi. Di crisi franco-italiane ce ne sono state tante in questo periodo: ricordo ad esempio l’annullamento di un vertice bilaterale del ’95 da parte di Chirac per via delle proteste italiane per gli esperimenti nucleari in Polinesia. Mai però si era arrivati a questo punto”. Toscano definisce l’incontro tra il vicepremier Luigi Di Maio e gli esponenti dei gilet gialli “una scelta poco delicata e rituale”. Anche perché, ricorda, la protesta di piazza che viene predicata da questo movimento “ha i tratti della violenza”.
(Nell’immagine Di Maio e Di Battista con i leader dei gilet gialli)
(7 febbraio 2019)