UCEI, il progetto per le scuole
‘Sfida unica nel suo genere’

Quattro percorsi di studi ebraici, differenziati per scuola, comuni per metodologia e approccio scientifico.
Il Progetto Curricolo nazionale Studi Ebraici promosso dall’UCEI è giunto in queste ore alla fase della sua trasmissione e condivisione dopo cinque anni di intenso lavoro che hanno coinvolto le quattro scuole ebraiche italiane (Trieste, Torino, Milano e Roma) nelle figure dei dirigenti, degli insegnanti, degli educatori. Uno sforzo collettivo che è al centro degli incontri che in questi giorni stanno avendo luogo nelle diverse Comunità, alla presenza del direttore scientifico Shmuel Wygoda, professore dell’Università ebraica di Gerusalemme che da tempo collabora con l’Unione. Il via ieri a Trieste, con una prima presentazione del progetto aperta a tutta la Comunità e alle famiglie degli allievi della scuola locale cui è anche intervenuta l’assessore a Scuola, Formazione e Giovani dell’UCEI Livia Ottolenghi. Seguiranno, nelle prossime ore, presentazioni a Milano nel contesto di una riunione allargata del Consiglio comunitario, a Torino nella sede del centro sociale, a Roma nei locali della scuola. Conclusione, nella sede del Centro Bibliografico UCEI, per un confronto su risultati raggiunti e sfide del futur.
“Si tratta di un progetto unico nel suo genere, che non ha eguali nel resto della Diaspora. Un lavoro prezioso, frutto della collaborazione e dell’impegno di tanti” afferma l’assessore Ottolenghi. “Dopo la significativa mole di materiale raccolta – prosegue – si entra adesso nella fase operativa. A disposizione c’è oggi un metodo di competenze basato sullo stesso criterio e adattato alle diverse esigenze delle scuole come prospettato dal Forum dei direttori nella relazione con Wygoda. Uno strumento con basi solide e al tempo stesso flessibile”. Ad essere sottolineato è l’approfondimento corale alle spalle: un’occasione, riflette Ottolenghi, che è stata anche opportunità di crescita e formazione per i protagonisti del mondo della scuola che, ad ogni livello, sono stati coinvolti: “L’unicità del progetto e il valore del direttore scientifico, dell’investimento intellettuale, concettuale e materiale che UCEI, le scuole e i docenti hanno profuso negli anni fanno di questo un evento importante”.
“Formazione degli insegnanti, impegno rigoroso dei rabbini, dimensione metodologica fortemente innovativa: Wygoda è stato capace di coniugare tutti e tre questi aspetti” osserva Saul Meghnagi, coordinatore della Commissione Scuola, Educazione e Giovani UCEI.
Una sintesi che, aggiunge, è frutto anche della particolarità e dall’intensità delle sue conoscenze “sia sul piano dell’esperienza diretta dei testi sia per quanto concerne la sua specializzazione professionale su queste tematiche”.
Il risultato è un metodo comune di lavoro tra Comunità “che rompe in modo armonico alcune barriere e tutela dalle invasioni di campo”.
Questi alcuni dei numeri del progetto, coordinato da Odelia Liberanome per conto dell’area Educazione e Cultura UCEI diretta dal rav Roberto Della Rocca.
Settantotto le unità didattiche di Torà prodotte dalla scuola di Milano; 52 quelle di ebraismo a carattere trasversale arrivate da Trieste; 46 ciascuna da Torino (ebraismo a carattere trasversale) e Roma (Torà).
“Nel suo complesso – spiega Liberanome – si tratta di un progetto che ha coinvolto massicciamente un team di insegnanti individuati dalle direzioni scolastiche e dai rabbini. C’è stato chi ha messo in campo insegnanti specialiste e chi anche dell’area umanistica. Per tutte e tutti comunque un percorso non indifferente, segnato da molte ore di proficuo lavoro”. Le unità predisposte, sottolinea ancora Liberanome, “rappresentano oggi uno strumento fondamentale per la costruzione di una visione ebraica”.

(Nell’immagine in alto il professor Wygoda durante una sua esperienza di studio e approfondimento nelle scuole ebraiche italiane. In basso la presentazione a Trieste: da sinistra Ester Haddad, insegnante specialista di ebraismo; l’assessore UCEI Livia Ottolenghi; la direttrice della scuola Anna Rosa Stalio; il professor Wygoda)

(12 febbraio 2019)