Aliyah, i dati dell’immigrazioneMeno arrivi dall’Europa occidentale
Il 2018 ha visto un aumento complessivo dell’immigrazione ebraica in Israele del 2%. A registrarlo, confrontando i dati dello scorso anno con quelli del 2017, l’Agenzia ebraica (Sochnut), l’organizzazione no profit che si occupa dell’immigrazione degli ebrei in Israele. Secondo l’analisi, a incidere sull’aumento degli arrivi, l’immigrazione dai Paesi dell’ex Unione Sovietica: 19,305 persone, ovvero il 16% in più rispetto allo scorso anno. È invece negativo il trend dall’Europa occidentale: rispetto al 2017 meno 20% di arrivi. In particolare, per quanto riguarda la Francia – paese in cui la minaccia antisemita si fa sentire particolarmente – si è registrata una diminuzione delle aliyot del 23 per cento (da 3556 a 2723). Anche l’Italia, seppur la comunità sia decisamente più piccola rispetto a quella transalpina, ha visto una sensibile diminuzione delle partenze: da 153 a 86, ovvero il 44 per cento in meno da un anno all’altro.
Nel computo totale non vi sono invece gli ebrei etiopi, i cosiddetti Beta Israel. Un gruppo di 82 di loro è sbarcato invece ai primi di febbraio, il primo dei circa mille membri della comunità a potersi trasferire per una decisione del governo presa nell’ottobre 2018. Ci sono circa 8.000 ebrei etiopi ancora in Etiopia, la maggior parte dei quali Falashmura, ovvero persone i cui antenati si convertirono al cristianesimo, spesso sotto costrizione.