Giro, Academy ancora al via
Il sogno si chiama Tour
Il segno italiano è sempre più forte. Se nel 2018 il portabandiera fu Kristian Sbaragli, unico atleta azzurro nella rosa, a raggiungerlo nelle scorse settimane sono stati i connazionali Davide Cimolai e Riccardo Minali. E insieme a loro una splendida notizia per tutto lo sport israeliano: anche nel 2019, come nel 2018 quando la corsa partì da Gerusalemme, la Israel Cycling Academy sarà protagonista al Giro d’Italia. Una wild card arrivata a fine gennaio che rappresenta sia un riconoscimento per il lavoro svolto, con un successo di tappa sfiorato in una delle tappe alpine più significative della passata edizione, sia un incoraggiamento per il futuro. C’è ancora tanto da pedalare ma per la prima squadra professionistica israeliana di ciclismo, nata appena pochi anni fa come scommessa in mezzo a tante incertezze, le sfide non sono certo una novità.
“L’invito del Giro d’Italia ci ha reso felici e orgogliosi. Nel 2018 abbiamo ben figurato, ma vogliamo fare ancora meglio” sottolinea il team manager Kjell Carlstrom. Mancano ancora diversi mesi alla partenza da Verona, il prossimo 11 maggio. Ma l’obiettivo, ragionevolmente, sarà proprio quello del successo di tappa sfuggito di poco. Fu lo spagnolo Ruben Plaza, il veterano della squadra, ad andarci vicino a Prato Nevoso. Accanto a lui, confermatissimo, una nidiata di giovani talenti e altri professionisti più rodati. Il contingente italiano di tre unità è il più significativo tra le 18 nazionalità che compongo questo team che ha fatto della propria vocazione multiculturale un motivo di orgoglio.
Se son rose fioriranno. E un primo riscontro lo si avrà nella città dei fiori per antonomasia, Sanremo, dove il 23 marzo arriverà la classicissima di primavera con partenza da Milano (cui la Academy è stata invitata). Nuove prove e nuovi confronti al più alto livello. E un anno che si rivelerà decisivo per il definitivo salto di qualità, con un traguardo in prospettiva. Una partecipazione al Tour de France nel 2020.
La strada verso Parigi è lunga. Ma il sogno è più che mai vivo.
(13 febbraio 2019)