Norimberga e l’amore proibito
Può un romanzo raccontare un periodo storico meglio di quanto facciano i libri di storia? È la domanda che è stata al centro della presentazione romana de Il caso Kaufmann, il libro di Giovanni Grasso pubblicato da Rizzoli e dedicato all’amore proibito tra un anziano ebreo e una giovane “ariana” nella Germania nazista delle Leggi di Norimberga del 1935.
La risposta, in questo caso, è sì. Perché attorno a questa relazione, ispirata a una vicenda realmente accaduta, si mostra la graduale degradazione di una società, il suo inesorabile precipitare nell’odio, nella violenza, nella morte. Un racconto rimasto a lungo in un cassetto e che Grasso, Consigliere del Presidente della Repubblica per la stampa e la comunicazione con un passato di giornalista parlamentare, ha scelto di riprendere in mano a vent’anni dalla sua prima scrittura.
Una prova assai diversa rispetto a sue precedenti pubblicazioni, dedicate alle vita di Oscar Luigi Scalfaro e Piersanti Mattarella o ancora ai Carteggi Sturzo-Rosselli e Sturzo-Salvemini. Ma che, come è stato ricordato dagli storici Anna Foa e Andrea Riccardi e dal giornalista Marino Sinibaldi nella cornice di Palazzo Barberini, e come si evince sfogliando le pagine di questo avvincente romanzo, ha raggiunto il suo risultato.
Viene stabilito nella città tedesca in cui, molti anni dopo, si celebreranno i processi ai criminali nazisti responsabili dei crimini più abietti: “Il Reichstag fermamente convinto che la purezza del sangue tedesco sia essenziale per il futuro del popolo tedesco e ispirato dalla inflessibile volontà di salvaguardare il futuro della nazione germanica, ha unanimemente deciso l’emanazione della seguente legge: i matrimoni tra ebrei e cittadini di sangue tedesco o affini sono proibiti. Le relazioni extraconiugali tra ebrei e cittadini di sangue tedesco o affini sono proibite”.
Il romanzo racconta un legame vietato, oscilla tra ricostruzione storica e poesia narrativa, ma è poesia che a un certo punto e sempre di più si fa dramma. Fino alle estreme conseguenze. Una vicenda particolare per guardare all’universale disfacimento di un mondo e delle sue certezze. E poi, ancora, i conti con la giustizia nel paese affrancato dal nazifascismo. Ancora a Norimberga, a ruoli finalmente invertiti. Ma ormai il sangue è stato versato.
“La cosiddetta ‘legge per la protezione del sangue e dell’onore tedesco’ è una norma non così conosciuta, eppure incise fortemente nelle vite delle persone che ne furono colpite. Norimberga, con quelle leggi – ha ricordato Foa, nel corso della presentazione – marca il tentativo di separazione tra ariani ed ebrei che avrà come conclusione la Shoah”.
Un libro quindi prezioso perché permette di approfondire capitoli di storia meno noti. E anche perché, come ha spiegato il professor Riccardi, consente di approcciare almeno un altro tema: la percezione del pericolo da parte della Comunità ebraica, il modo in cui reagì alla tempesta.
“Viviamo in un momento fatale, segnato dalla progressiva scomparsa dei testimoni diretti dell’orrore. Ma c’è – ha detto Sinibaldi – qualcosa di ancora più profondo di cui dobbiamo tener conto: la lacerazione dei valori, la lacerazione di tutta la società. Questo è un libro doveroso e coraggioso”.
Concludendo la serata, durante la quale il noto attore romano Francesco Pannofino ha letto alcune pagine del libro, Grasso ha illustrato la genesi del romanzo, il suo lungo itinerario, il messaggio che ha voluto condividere con i lettori. È di molti anni fa, ha raccontato, la sua scoperta dei processi paralleli che a Norimberga portarono sul banco degli imputati non solo i vertici del nazismo, ma anche altre categorie colluse con il regime come quella dei giudici. Ed è in questa circostanza che ha scoperto la vera storia di Lehmann Katzenberger e Irene Seiler e del mostruoso giudice che condannò l’uomo alla pena di morte e che tornò a Norimberga nelle vesti di accusato.
“I volumi relativi a questi processi, all’epoca, in Italia non c’erano. Dovetti richiederli. Una lunga attesa, di tre-quattro mesi. Nell’attesa, i personaggi mi facevano visita di notte. E così, in parte, il libro è nato prima che fisicamente disponessi delle carte ufficiali cui questa storia è ispirata”. Questo, venti anni fa. Allora nessuno volle pubblicarlo. Oggi, per fortuna, questo vuoto è stato colmato.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(14 febbraio 2019)