Kohen…
La parashà di Tetzawè si occupa esclusivamente degli abiti dei Kohanim e in particolare del Kohen gadol.
Dopo le regole per la costruzione del Mishkan, dettate nella parashà della scorsa settimana, questa parashà si dedica al vestiario dei Kohanim, in modo estremamente dettagliato.
Il sefer ha chinukh si chiede il motivo di tanta meticolosità nel descrivere i vari abiti che i Sacerdoti, e in particolare il Sommo Sacerdote, indossavano durante lo svolgimento del loro servizio.
A questo risponde, dicendo che tutto il cerimoniale della vestizione sacerdotale aveva la funzione di far riflettere, il Kohen Gadol che indossava quegli abiti, facendolo addentrare sempre di più all’interno della sua sacra funzione. Ogni parte delle sue vesti aveva un preciso scopo, che lo faceva riflettere riguardo il suo importante ruolo.
Nella società in cui oggi noi ci troviamo, le cose vengono fatte così, in modo casuale, senza dar troppa importanza ad esse, ma lasciando molto al caso.
Un proverbio popolare (probabilmente non ebraico) dice che “l’abito non fa il monaco”. Il monaco non so, ma sicuramente il Kohen sì. Infatti, nel momento in cui indossava le vesti sacerdotale, sapeva esattamente ciò che doveva fare e soprattutto dinnanzi a chi si trovava.
Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna