L’Europa nata a Ventotene
Presentato in anteprima a Firenze, al Cinema della Compagnia, il documentario “Le parole di Ventotene- Ernesto Rossi – il progetto di Europa unita”: un lavoro attuale e accurato firmato da Marco Cavallarin, Marco Menso e Elisa Mereghetti con la collaborazione della famiglia Sarzi, che si definisce di “burattinai e educatori”. Il Comune di Ventotene, piccola isola dove il film è stato quasi tutto girato, ha dato il suo patrocinio e ha collaborato molto alla realizzazione con l’appoggio entusiasta della popolazione. Ventotene, divenuto nel periodo fascista il più grande luogo di confino, ora accoglie annualmente congressi di studiosi ed è anche meta di gite di studenti che vistano i luoghi di reclusione e acquistano “Il manifesto di Ventotene” nella piccola libreria locale: aspetti messi bene in evidenza nel filmato con molte interviste.
Dopo i saluti degli autori, molto applauditi, e del rappresentante della Regione Toscana, che ha dato il suo contributo alla realizzazione del lavoro e ha ospitato l’evento, il professor Valdo Spini, presidente del Circolo Fratelli Rosselli, ha illustrato con incisività, l’opera dei due amici Ernesto Rossi e Altiero Spinelli ambedue confinati a Ventotene dal 1936 al 1943, autori del manifesto che si può considerare un primo atto per la costituzione del Parlamento Europeo.
Esto, come veniva chiamato Ernesto Rossi, apparteneva, insieme ai ben noti ebrei fiorentini Nello e Carlo Rosselli, al gruppo dei giovani allievi di Gaetano Salvemini, docente dell’Ateneo e profondamente antifascista; Altiero Spinelli, romano, aveva già scontato dieci anni di carcere.
A loro, non appena giunto nel 1939 a Ventotene, si era unito Eugenio Colorni, che oltre essere socialista e antifascista era anche ebreo e quindi a seguito delle nuove leggi “razziste” dovette agire in incognito. Il testo, scritto come narra il filmato, su cartine da sigaretta fu affidato alle mogli quando venivano in visita!
Nel 1944 Colorni, sposato con la berlinese Ursula Hirschmann e già padre di tre bambine, ottenne di essere trasferito nel continente, a Melfi, ed ebbe il coraggio di andare a Roma dove riuscì a pubblicare il volumetto con le sole iniziali E.R. e A.S. degli autori; gli dette il titolo “Problemi della Federazione Europea” e vi aggiunse una sua prefazione, ma non poté godere del successo perché a tradimento, quattro giorni prima della “liberazione” della città, fu assalito per strada ed ucciso. Ora è sepolto nel cimitero ebraico di Milano.
Il filmato non si sofferma sulla loro storia, invece vuole mettere in evidenza l’importanza e l’attualità del contenuto del lavoro, volto al futuro, realizzato dai reclusi a Ventotene che seppero così reagire alla prostrazione dell’esilio e dell’isolamento. In alcuni momenti vengono lette frasi del “manifesto”, mentre sullo schermo appare in funzione la macchina da scrivere …
Ernesto Rossi trovò anche il modo di crearsi un mondo a sé basato sui burattini di legno e stoffa, deliziosamente vestiti e dipinti, come gli aveva insegnato la madre, oppure disegnati sulla carta e ritagliati, le cui azioni potevano interpretare le idee politiche del momento. Il documentario ne parla a lungo pensando all’impatto positivo che possono ancora oggi avere sui giovanissimi.
Lionella Viterbo Neppi Modona