Un mondo da preservare

bassanoMolto interessante l’intervista su Pagine Ebraiche di febbraio all’economista e commissario per l’energia, Valeria Termini, a proposito di un prossima rivoluzione sulla strada dell’ecosostenibilità. Proprio negli ultimi mesi nei media francesi sta proliferando invece il punto di vista dei cosiddetti “collassologi”, i quali teorizzano che una “fine del mondo conosciuto” sarebbe ormai imminente e inarrestabile a causa di un collasso che insieme all’ecologia, interesserà l’economia, la politica, la demografia e di conseguenza la società occidentale per intero. Una scuola di pensiero a quanto pare specificatamente d’oltrealpe. Chissà se per una sorta di “determinismo geografico” il contesto culturale o addirittura la latitudine portino a percepire una eguale problematica sotto lenti diverse, con maggiore o minore ottimismo. La “collapsologie” comunque ha numerosi detrattori, oltre ad essere bollata spesso come ingenua, pseudo-scientifica ed intrisa di settarismo e survivalismo new age, è contestata da una sinistra più radicale poiché troppo antropo-etnocentrica e perché in un’ottica marxiana una fine della società attuale non significherebbe altro che l’auspicabile crollo del capitalismo.
A proposito di ecologia, ho scoperto grazie a mio figlio (e soprattutto a mia cugina che glielo ha regalato per il compleanno) il meraviglioso libro “The Giving Tree” di Shel Silverstein del 1964 – edito in Italia da Salani come “l’albero” –. Shel Silverstein (1930-1999) è stato un disegnatore e poeta ebreo-americano. La sua opera vasta e poliedrica si è a pieno titolo inserita nel filone anticonformista così vivace all’epoca negli Stati Uniti. “The giving tree” tratta infatti l’inedita amicizia tra un bambino e un albero: un rapporto quasi idilliaco nell’infanzia del bambino che poi si deteriorerà nell’età adulta, facendo sì che l’albero, pur continuando ad amare incondizionatamente il bambino, sarà ricordato soltanto nei momenti in cui l’uomo-bambino esigerà qualcosa da questo. L’albero offrirà generosamente al suo amato tutto ciò di cui egli ha bisogno, ma alla fine sarà ridotto ad un puro ceppo. La relazione tra i due protagonisti è stata interpretata in molteplici modi, oltre all’immediato rapporto tra natura e uomo, anche quello tra D-o e l’uomo, o tra padre/madre e figlio. Il libro è stato tradotto in oltre trenta lingue, tra cui anche naturalmente in ebraico. In Israele gli sono state dedicate numerose sculture all’interno di giardini per bambini, sovente affiancate da alberi integri nell’augurio forse che le prossime generazioni riusciranno a preservare.

Francesco Moises Bassano