Levi, il ricordo a Fossoli
L’attore Fabrizio Gifuni, leggendo alcuni brani scelti per l’occasione da Ernesto Ferrero, ha dato ieri il via a Fossoli alle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita di Primo Levi. A 75 anni esatti dalla partenza del convoglio che da Carpi lo portò ad Auschwitz, una giornata di Memoria e testimonianza segnata da profondi significati.
Racconta Repubblica di questo evento, salutato anche dalle parole di apprezzamento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “La voce di Fabrizio Gifuni fa rivivere la vigilia di quel ‘viaggio verso il nulla, viaggio all’ingiù, verso il fondo’ a duecento persone, tra cui i commossi figli Lisa e Renzo Levi in prima fila, proprio dentro una di quelle baracche, a pochi passi da quella dove Levi fu prigioniero per circa un mese prima di diventare il numero 174.517 del campo di sterminio polacco”.
Le manovre politiche israeliane in vista del voto di aprile continuano ad essere al centro dell’interesse. In particolare, l’alleanza sancita tra Benny Gantz, Yair Lapid, Moshè Yaalon e Gaby Ashkenazy che, secondo gli ultimi sondaggi, sarebbe accreditata di un maggior numero di seggi rispetto al Likud. Ma la battaglia per la leadership si annuncia serrata. “Netanyahu combatterà duramente e gli ultimi anni di successo economico e di relativa calma dal punto di vista della sicurezza gli permetteranno di giocarsi le sue carte per restare al governo” scrive al riguardo Repubblica. Secondo Avvenire la lista ha un “background dichiaratamente ‘militarizzato’ e, pertanto, in grado di poter proporre un’alternativa al ‘governo della sicurezza’ con cui Bibi guida Israele da dieci anni”. Il Foglio apre così: “La fotografia che fa tremare il lungo regno di Benjamin Netanyahu in Israele immortala un abbraccio tra tre ex capi di stato maggiore e un ex conduttore di talk-show. Jeans, magliette, camicie, felpe e facce stanche dopo una notte di trattative per annunciare la nascita di un nuovo fronte unito contro il premier”.
Rispondendo a un lettore del Venerdì, Michele Serra scrive: “Quanto più gli Stati in conflitto (Israele e Autorità palestinese) si dotano di governi nazionalisti e aggressivi, tanto più ogni possibilità di soluzione si allontana. Gli opposti fanatismi tengono in ostaggio i rispettivi popoli. E questo, nell’Amaca, lungo gli anni l’ho scritto diverse volte”.
Con un provvedimento annunciato poche ore prima durante la cena del Crif, il presidente francese Emmanuel Macron ha sciolto Bastion Social, la forza di estrema destra equiparabile all’italiana CasaPound. “I vari responsabili di Bastion Social – scrive Repubblica – sono più volte venuti nel centro sociale di Roma per replicarne il modello Oltralpe. Ma, rispetto a quanto accaduto da noi, la reazione del governo francese è stata più dura, anche grazie alle sollecitazioni di politici locali negli ultimi mesi”. Sul tema dell’antisemitismo in Francia, Il Fatto Quotidiano propone un dossier in cui si sottolinea che capitale dell’estrema destra oggi sarebbe Lione. “È all’Università di Lione che negli anni `90 si era costituito un gruppetto di storici che fomentava le tesi negazioniste. Ed è sempre a Lione – viene spiegato – che Marion Maréchal, nipote di Jean-Marie Le Pen, il fondatore del Front National (oggi Rassemblement National), ha aperto il suo Istituto di scienze sociali, economiche e politiche”.
“Volevo spiegare cosa è la Shoah”. È quanto sostiene Mauro Bocci, l’insegnante sotto accusa per un episodio di discriminazione nei confronti di un bambino nero. Sostiene Bocci in una intervista con il Corriere: “Col senno di poi, è chiaro, non lo rifarei più. Ma in quel momento sentivo che il mio esperimento sarebbe stato apprezzato dalla classe e ho chiesto loro il permesso. Vi va? Ho domandato. E hanno risposto di sì”.
Tensione tra Francia e Israele per una fiction realizzata in estate in cui, come spiega il Corriere, “il Mossad deve sventare un grande attentato in diretta tv che sarà commesso al concorso Eurovision 2019 a Tel Aviv, su ordine dell Isis, dal rappresentante della Francia, un cantante omosessuale musulmano di origine maghrebina”. Nel gennaio scorso il vincitore delle selezioni nazionali francesi è stato in effetti un cantante omosessuale di origine maghrebina. Una coincidenza involontaria ma, si legge, “imbarazzante”. Dell’argomento parla anche Il Giornale.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(22 febbraio 2019)