La piazza e l’antirazzismo
1500 persone hanno partecipato alla fiaccolata antirazzista organizzata dal Comune di Melegnano, in provincia di Milano, per esprimere solidarietà al 22enne senegalese Bakary Dandio e ai suoi genitori, vittime di minacce razziste. Ad aprire il corteo, in fascia tricolore, è stato il sindaco Rodolfo Bertoli. Oltre alle associazioni, tra cui l’Anpi, hanno partecipato il parlamentare Pd Emanuele Fiano e la segretaria dem Silvia Roggiani. “Siamo tutti Bakary”, è stato uno degli slogan dell’iniziativa, ricorda la Stampa. A Milano si prepara intanto un’altra marcia: “il 2 marzo facciamo una marcia, che vuole combattere questo razzismo dilagante – ha dichiarato a un evento milanese il sindaco Giuseppe Sala -. Non è una marcia per i migranti, come qualche giornale ha scritto. Vi invito tutti a partecipare, perché anche questa è la dimostrazione che noi non ce ne stiamo tranquilli, solo perché le cose qui vanno bene. Prima le cose giuste e poi il consenso elettorale verrà”. Sala ha inoltre denunciato la presenza “di un’anima fascista nella Lega”, “Mi auguro però che prevalgano quelle istanze che invece sono lontane dal fascismo” (Corriere Milano).
Il peso delle parole. Su Repubblica Stefano Bartezzaghi riflette sulle vergognose parole del consigliere comunale leghista umbro Massimiliano Galli contro la cantante Emma Marrone: quest’ultima in un concerto ad Ancona aveva invitato ad aprire i porti mentre Galli su Facebook “l’ha esortata ad aprire lei, piuttosto, le gambe: e a pagamento”. La Lega ha detto che espellerà Galli ma Bartezzaghi spiega che ci sono diversi motivi per non ritenere chiusa la questione. Tra questi, l’ennesimo sdoganamento della violenza verbale. “La legittimazione della riduzione di una donna giovane e famosa a oggetto sessuale questa volta non è passata. – scrive Bartezzaghi – Bene, ma in altre occasioni si sono già sentiti sibilare auguri anche e persino di stupro e morte. Non vanno misurati con il metro dell’esagerazione, del limite spostato un po’ più in là. Vanno visti per quel che sono: mattoni che edificano un universo di discorso in cui la violenza verbale rimanga l’unica regola di correttezza a cui attenersi”.
Genova, ricordando Primo Levi. Oggi pomeriggio (17.45), nel Salone del Maggior consiglio a Palazzo Ducale a Genova andrà in scena l’incontro “Primo Levi e la memoria”, organizzato dal Centro culturale Primo Levi e dalla Comunità ebraica della città. Il presidente della Comunità, Ariel Dello Strologo introdurrà Marco Belpoliti, professore di Letteratura italiana all’Università di Bergamo e curatore dell’edizione critica delle Opere di Primo Levi per Einaudi. “Abbiamo deciso di celebrare Primo Levi con il tema della memoria – spiega il presidente del Centro Culturale Primo Levi Piero Dello Strologo a Repubblica Genova – perché al centro della sua ricerca. Levi ha dimostrato come si possa trasferire la memoria nel modo più semplice e disincantato possibile”.
Slow reading. “Oggi in molti parlano di slow food, di cibo lento. Per me è importante anche lo slow reading, la lettura lenta”, spiega al Sole 24 Ore lo storico Carlo Ginzburg riflettendo sull’importanza della lettura come strumento di contrasto alle fake news.
Firenze e pregiudizio. Repubblica Firenze riporta della volontà della Comunità ebraica fiorentina di portare avanti un’indagine interna per capire se vi siano stati casi di antisemitismo che gli iscritti hanno subito ma non hanno denunciato. Non è escluso “che anche all’interno della nostra comunità, come di altre minoranze religiose presenti a Firenze, qualcuno abbia subito qualcosa e non lo abbia detto per timore di esporsi, o perché schiacciato da senso di umiliazione”, le parole del rabbino capo della città Amedeo Spagnoletto.
Bologna e le religioni. Dal 4 al 7 marzo, torna l’appuntamento con la conferenza dell’European Academy of Religion. “In città ci saranno 1.200 relatori, tra cui studiosi di Islam e di ebraismo Insieme a Jan Figuel, inviato della Commissione europea per la libertà religiosa. Credo sia uno dei tanti modi per dare visibilità, coerenza e struttura a un pensiero alternativo all’odio”, racconta a Repubblica Bologna lo storico Alberto Melloni in un’intervista incentrata sull’aumento di episodi razzisti e in cui ci si sofferma anche sul tema dell’antisemitismo. “C’è un antisemitismo arabo, diciamo di ‘importazione’, legato al conflitto arabo-palestinese. Ma ce n’è un altro, quello delle svastiche, che è strettamente collegato all’islamofobia. Sono entrambi polarizzatori esterni di odio, accomunati dall’analfabetismo religioso che hanno alla base”.
Il mondo di Angelo Del Boca. “C’è un momento in cui il riflesso della luce che piove sulla stazione sembra renderla invisibile. In quell’attimo vedo solo i treni che da Porta Susa vanno dove vogliono o dove devono andare. E io sono qui che penso ai viaggi fatti, alle persone conosciute, alle situazioni vissute: Africa, India, Israele, ma anche la Resistenza in val d’Ossola o sull’Appennino”, così lo storico e giornalista Angelo Del Boca che oggi si racconta in un’ampia intervista a Repubblica Robinson.
Il morbo K. “Gabriele Sonnino, con padre, madre e sorella, sono tra gli ebrei salvati dal professor Giovanni Borromeo, all’epoca primario del nosocomio, da Fra Maurizio Bialek, priore e dal dottor Adriano Ossicini, il medico (poi partigiano e politico) scomparso nei giorni scorsi a 99 anni”, racconta oggi Avvenire Roma Sette ricordando come Borromeo e Ossicini inventarono “il temutissimo ‘Morbo K’, la malattia immaginaria ma ‘pericolosa’ che riuscì ad allontanare i nazisti dal reparto d’isolamento dell’ospedale, dopo la retata del 16 ottobre”.
Stanley Donen (1924-2019). Stanley Donen, regista di commedie e musical americani degli anni Cinquanta e Sessanta, è morto venerdì a 94 anni a Manhattan. I suoi film rimasti più popolari fino a oggi sono senz’altro i musical Cantando sotto la pioggia e Sette spose per sette fratelli, ma aveva diretto anche Sciarada con Audrey Hepburn e Cary Grant, Indiscreto, Baciala per me, È sempre bel tempo, Cenerentola a Parigi. “Ero praticamente l’unico ebreo della Carolina del Sud”, racconta nella sua biografia per spiegare come mai il figlio di una commessa e di un orafo si fosse messo in testa di ballare: il cinema e la danza furono le sue vie di fuga per sfuggire al bullismo dei compagni di scuola, ricorda il Messaggero.
Marx non passa di moda. Su L’Espresso Wlodek Goldkorn riporta una conversazione con al centro il pensiero di Marx con la filosofa Donatella Di Cesare. “Oggi viene riscoperto – afferma Di Cesare – perché siamo rimasti per decenni ostaggio di un discorso che non permetteva di vedere il capitalismo da “fuori”, prigionieri della logica per cui il capitalismo è il capitolo definitivo della storia senza possibilità di appello, e senza la capacità di immaginarsi altro che il perpetrarsi dello status quo”.
Musiche da Baghdad. Un tributo ai fratelli compositori Daud e Salah al-Kuwaiti, ebrei originari di Baghdad che portarono in Israele la musica irachena. A farlo, racconta il Mattino, il nipote, il musicista israeliano Dudu Tassa con il disco “al Hajar”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked