…minoranza

Cronache italiane settimanali di ordinario razzismo: a Foligno un maestro umilia e insulta un bambino nero; a Roma un giovane ferisce con un taglierino un bambino rom di dieci anni accusandolo (pare falsamente) di averlo derubato: “voglio ammazzare tutti gli zingari, si giustifica, mi hanno rotto”; a Melegnano, minacce di morte ad un giovane senegalese adottato. E cronache italiane di antisemitismo: alcuni ascoltatori di Radio Tre, raffinato canale culturale della RAI, si lamentano che si sia parlato di Primo Levi: “Basta con gli ebrei, hanno scritto, dobbiamo fare cultura, non politica”. Nonostante siano ascoltatori di Radio Tre sono abbastanza ignoranti da non sapere che Primo Levi è considerato a livello internazionale come uno dei maggiori scrittori italiani del Novecento.
Razzismo e antisemitismo. Non sono la stessa cosa, certo, ma come ignorare i loro stretti legami? Quando le maggioranze mostrano il laido volto del razzismo, dell’odio del diverso, prima o poi tutte le minoranze si troveranno ad essere oggetto di quell’odio. Indipendentemente dalle alleanze che stringono o che hanno stretto, come dimostrano in Italia le leggi del 1938. Noi ebrei siamo minoranza, anche se abbiamo la pelle bianca, anche se siamo italiani e non arriviamo in Italia coi barconi, anche se siamo e ci sentiamo uguali agli altri. Ma, nel gioco perverso tra maggioranze e minoranze, siamo e restiamo minoranza.

Anna Foa, storica