Oltremare – Fragole
Ultimamente pare di stare sulle macchinine degli autoscontri in balìa di una classe intera di bambini di sei anni: spintonamenti a non finire nella politica israeliana, fra il partito nuovo di zecca dei generali che si posiziona da qualche parte in una specie di centro non ben determinato, ma viene costantemente accusato di essere estrema sinistra da parte della destra, e allo stesso tempo troppo a destra da parte della molto minoritaria sinistra. Quando anche l’estrema destra è comparsa all’orizzonte pronta a colpire i parafanghi di tutti indistintamente, mi è parso utile prendere una pausa e uscire a mettere i piedi per terra.
Ed è una cosa che consiglio a tutti, spegnere i telegiornali e godersi un po’ di natura, che in questa stagione dà veramente il meglio di sé in Israele. Per esempio, andare a raccogliere fragole nelle serre del moshav Tkuma vicino a Netivot è una delizia assoluta. Invece di imporre ai visitatori di chinarsi a terra e farsi venire un mal di schiena lancinante, hanno avuto il buon gusto di sospendere le file di piante a un metro e mezzo circa dal suolo, permettendo a tutti di posizionarsi in mezzo fra due file e riempire il cestino comperato all’ingresso in agile posizione eretta. In questa serra (calda e umida come qualunque serra) le fragole crescono nella terra e scendono a piccoli grappoli ai lati dei filari, con effetto estetico ed ordinato, e, cosa molto meno ovvia a pensarci, non hanno la minima traccia di terra al momento della raccolta. E siccome a Tkuma sanno che i loro clienti più entusiasti sono molto più bassi di 150 centimetri, hanno approntato un settore speciale per i bambini, con le lunghe file di piantine a rasoterra, ma sempre sospese da terra, e assicurato una raccolta comoda anche per i bambini. Ecco, fra il disordine rumoroso degli autoscontri e l’ordine silenzioso delle file di fragole direi che non c’è paragone.
Daniela Fubini