RELIGIONI Lo studio collettivo pilastro della tradizione

libro castelnuovoAntonella Castelnuovo (a cura di) / L’EBRAISMO ED I GRANDI EDUCATORI DEL ‘900 / Salomone Belforte

Tre convegni svoltisi tra 2015 e 2017: il primo dedicato all’Ebraismo, il secondo al Cristianesimo, il terzo all’Islam. La sfida di declinare tre diversi approcci, condividendoli con un pubblico di specialisti e addetti ai lavori.
Presentata recentemente in Campidoglio, la pubblicazione di tre volumi dedicati alle religioni monoteiste e ai grandi educatori rappresenta, per la professoressa Antonella Castelnuovo, il tentativo di mettere a confronto e trovare nuove convergenze in un’epoca in cui la prospettiva stessa dell’educazione è minacciata. “Nel caso dei tre monoteismi, che sono radice e presente d’Europa, un codice comune alla base. Un terreno sul quale si può e deve costruire insieme, anche ricordando le esperienze positive del passato” ha sottolineato a Pagine Ebraiche in una recente intervista.
Molti gli spunti che emergono dal volume dedicato all’ebraismo, pubblicato dall’editore Salomone Belforte (come gli altri due). Ad intervenire sono rabbini, educatori, giornalisti, studiosi a vario titolo.
Tutto, ricorda la professoressa, nasce dalla Torah, vero e proprio motore propulsore dell’istruzione e dell’educazione ebraica. “Da questa visione pragmatica – spiega Castelnuovo – nasce il precetto ebraico dello studio inteso come pilastro fondamentale della religione, accompagnato dall’idea dell’istruzione rivolta alle generazioni future. Infatti nell’ebraismo lo studio in quanto tale è normativo e non opzionale, e va insegnato fin dalla più tenera età; in molti passaggi della Torah si prescrivono i precetti educativi verso le generazioni future, dove viene spiegato quando, chi, come e perché devono essere realizzati”. Lo studio nell’ebraismo, si aggiunge, non è un atto individuale ma un’azione collettiva, poiché studiare da soli può implicare l’incorrere in gravi errori in quanto non sottoposti alla verifica altrui. “Da questa ragione nasce l’esigenza non solo di definire i tempi per lo studio, ma anche quella di fissarne le modalità”.
È nell’esercizio del dialogo e dell’argomentazione che, prosegue, si ritrovano le principali dimensioni educative ebraiche. Dimensioni che sottolineano soprattutto la capacità di porre domande fin dalla più tenera età, come avviene nello svolgimento della narrazione dell’Esodo con l’uscita degli ebrei dall’Egitto, raccontato dall’Haggadah che si legge durante il Seder di Pesach. Una capacità di dialogo intergenerazionale che deriva dal fatto che la conoscenza ebraica “trae la sua origine nei rapporti e nelle relazioni tra genitori e figli, ma anche tra individui”.
Insegnante di Mediazione Linguistico-culturale al Master in Religioni e Mediazione Culturale della Sapienza Università di Roma, la professoressa Castelnuovo ha insegnato presso l’Università degli Studi di Siena, occupandosi di comunicazione interculturale; è stata Visiting Professor presso l’Università Ebraica di Gerusalemme e presso l’Università del Massachussetts- Amherst, svolgendo progetti di ricerca sul bilinguismo e l’apprendimento linguistico dell’età evolutiva.

Adam Smulevich