“Rav Gabriel Davidovich,
amico saggio e sensibile”
Sono in miglioramento le condizioni di rav Gabriel Davidovich, il rabbino capo d’Argentina brutalmente aggredito nella sua abitazione. A darci la positiva notizia è Angel Harkatz, amico di una vita del rav e oggi cantore della Comunità ebraica di Verona.
Con i lettori di Pagine Ebraiche Angel ha deciso di condividere qualcosa della sua infanzia argentina assieme al futuro rabbino capo. La storia di due famiglie e di legami che resistono a grandi distanze chilometriche.
Mi chiamo Angel Harkatz, vivo a Verona da più di 20 anni e sono iscritto alla Comunità ebraica di questa città. Un collega di lavoro a me caro, sapendo che sono argentino di Buenos Aires, mi ha inviato un link al cellulare dandomi la preoccupante notizia che il capo rabbino Gabriel Davidovich, che svolge la sua attività nell’Associazione Mutual Israelita Argentina, era stato aggredito nella sua abitazione. È molto triste venire a sapere che un nostro fratello e stato aggredito solo per il fatto di essere ebreo, ma ancora più triste quando si tratta di un amico.
L’amicizia tra me e Gabriel è nata tanti tanti fa, più meno nel 1958, prima ancora della mia nascita – infatti mio padre Pedro z”l e il suo Manuel z”l, si conoscevano perché lavoravano nello stesso campo, quello della gioielleria. Manuel aveva un negozio nel barrio del Once, che ancora esiste e che viene portato avanti dalle sue figlie, mentre mio padre aveva un laboratorio di lavorazione dell’oro e dell’argento. Tra di loro facevano come si potrebbe dire in Yiddish gesheft/business, ma erano anche amici del club ebraico Maccabi dove praticavano pugilato.
Quando avevo sei anni mio padre m’iscrisse alla scuola Heichal HaToràh, dove ho studiato fino al mio Bar Mitzva. Da adolescente chiesi a mio padre perché mi avesse fatto studiare in quella scuola per tanti anni se noi in casa non eravamo osservanti? La spiegazione che mi diede fu questa: “Manuel è il direttore di quella scuola e mi ha detto che se non ti avessi fatto studiare lì mi avrebbe battuto sul ring!”. Era chiaro che si trattava di una battuta, ma alla fine la scuola l’ho frequentata, e lì ho conosciuto i figli di Manuel: Gabriel, Hannah e Miriam, che fu anche mia compagna di classe.
Quando torno a Buenos Aires mi reco sempre alla yeshiva e alla scuola ebraica a salutare i miei amici, e non manco mai di passare anche per il negozio dei Davidovich. Nel mio ultimo viaggio in Argentina nel novembre del 2017 ho saputo che Gabriel era diventato rabbino capo d’Argentina, così sono andato a salutarlo all’Amia. Non vedevo il mio amico da tanti anni, ma poco in lui era cambiato: la sua saggezza, la sua sensibilità e la disponibilità ad aiutare le persone in difficoltà era rimasta immutata da quando eravamo studenti. Auguro al rav un pronto Refua Shlema e tante brachot a lui e a tutta la sua cara famiglia.
Angel Harkatz
(28 febbraio 2019)