L’invito di Bergoglio
“Dialogo, base più ampia”
“Finora il dialogo ebraico-cristiano si è spesso svolto in un ambito riservato piuttosto agli specialisti. L’approfondimento e la conoscenza specifici sono essenziali, ma non bastano: accanto a questo sentiero occorre imboccarne un altro, più ampio, quello della diffusione dei frutti, perché il dialogo non rimanga appannaggio di pochi, ma diventi opportunità feconda per molti”.
Così papa Bergoglio nel corso dell’udienza tenutasi oggi in Vaticano per commemorare il 50esimo della scomparsa del cardinale Agostino Bea, tra i promotori della “Nostra Aetate”, promossa dal Centro Cardinal Bea per gli studi giudaici in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, il Pontificio Istituto Biblico e il Center for the Study of Christianity dell’Università ebraica di Gerusalemme.
Ha poi aggiunto Bergoglio: “L’amicizia e il dialogo fra ebrei e cristiani sono infatti chiamati a oltrepassare le frontiere della comunità scientifica. Sarebbe bello, ad esempio, che nella stessa città rabbini e parroci lavorassero insieme, con le rispettive comunità, al servizio dell’umanità sofferente e promuovendo vie di pace e di dialogo con tutti. Spero che il vostro impegno, la vostra ricerca e i legami personali fra cristiani ed ebrei producano il terreno fecondo per mettere radici di ulteriore comunione”.
(28 febbraio 2019)