Setirot – Il grande dibattito
Bene ha fatto Davide Assael, ieri, da queste colonne, a dirsi compiaciuto per il riferimento sul Jerusalem Post al libro di Annalisa Capristo e Giorgio Fabre “Il registro – La cacciata degli ebrei dallo Stato italiano nei protocolli della Corte dei Conti 1938-1943” (il Mulino). Doppiamente compiaciuto dal momento che nell’articolo viene correttamente citata la fonte del giornalista Greer Fay Cashman: Pagine Ebraiche. Per la redazione, per il direttore, per noi collaboratori e per i lettori una bella soddisfazione – almeno per me lo è.
Assael scrive anche «Che poi spesso Pagine Ebraiche sia criticato dalle nostre parti non deve stupire: un po’ fa parte della proverbiale litigiosità ebraica, un po’ si sa, nessuno è profeta in patria».
Ed è a proposito di ciò che vorrei chiedere pubblicamente una cosa che mi sta parecchio a cuore. Che ne è stato del “grande dibattito” al nostro interno su comunicazione e dintorni? Personalmente sono pure andato a Roma per partecipare a una riunione – va detto, interessante – tra scriventi esterni, redazione, direttore, e Noemi Di Segni; dopo ho seguito il dibattito agli Stati generali su questo tema… e poi non si è saputo più nulla. Se non, appunto, che «Pagine Ebraiche dalle nostre parti viene criticato». Ovviamente mai alla luce del sole.
Stefano Jesurum, giornalista
(28 febbraio 2019)