Società – Federcalcio, svolta sui cori razzisti
C’è chi, non a torto, l’ha definito “stoico”. Il sociologo Mauro Valeri, alla guida dell’Osservatorio sul Razzismo e l’Antirazzismo nel calcio, conduce da anni una battaglia quasi solitaria per far emergere il veleno che infesta le curve dei nostri stadi. Un fenomeno trattato con passione civile e approccio scientifico, senza mai cullarsi nell’illusione che il problema sia marginale. Anzi, tutt’altro, come i report dell’osservatorio da tempo dimostrano. Ha fatto quindi piuttosto impressione il suo mancato coinvolgimento nel quadro degli impegni annunciati dal governo nella repressione della violenza e delle parole di odio che provengono dagli spalti della Serie A come dei campionati minori. Fortunatamente, qualcosa sembra muoversi almeno a livello federale. Con riferimento alla ‘Tutela dell’ordine pubblico in occasione delle gare’, tema che è stato al centro di una riunione definita “epocale” dai vertici di categoria, il Consiglio della Federcalcio ha infatti recentemente approvato all’unanimità la modifica di un articolo che tocca tale argomento. Nello specifico, su segnalazione del responsabile dell’ordine pubblico in servizio allo stadio o dei collaboratori della Procura Federale in caso di cori o striscioni razzisti e discriminatori, è stata introdotta l’interruzione temporanea della gara ad opera dell’arbitro ed è stato disposto che l’annuncio al pubblico venga dato a gioco fermo (con i giocatori al centro del campo). Resta immutata la competenza del responsabile dell’ordine pubblico a non dare inizio, a sospendere, anche definitivamente, la gara. Allo stesso tempo, con la modifica dell’articolo 13 del Codice di Giustizia Sportiva, sono state reintrodotte le attenuanti per i casi di razzismo e discriminazione con l’obiettivo di riconoscere alle società e ai tifosi per bene la possibilità di dare segnali importanti. “In questo modo – ha dichiarato Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio – abbiamo semplificato le procedure togliendo responsabilità ad arbitro e al quarto uomo individuando nel delegato alla sicurezza e all’ispettore della Procura Federale il compito di segnalare eventuali cori razzisti”. Il presidente della Figc ha poi voluto spiegare che “l’ipotesi della sospensione è un danno di immagine per il calcio italiano e un danno per i tifosi per bene” e che “le responsabilità devono essere singole e non collettive”, ma al tempo stesso ha voluto ribadire che “va fatto qualcosa affinché il calcio per bene possa vincere, dobbiamo sovrastare quegli episodi con il tifo sano”. Intervenendo in dicembre, subito dopo i fatti di Inter-Napoli, Gravina aveva sottolineato: “Quanto accaduto negli ultimi giorni non è più tollerabile. Il calcio è patrimonio dei veri tifosi e come tale va difeso da tutti coloro che lo utilizzano come strumento per creare tensione”. Parole cui sono seguiti impegni concreti. Per valutare la loro efficacia servirà adesso del tempo. Nella speranza che tali provvedimenti comunque non debbano mai servire.
Pagine Ebraiche, febbraio 2019