“Pio XII, l’archivio sarà aperto”
La soddisfazione degli storici
Un’ottima notizia per gli studiosi, che avranno nuovi strumenti di comprensione di un passato ancora da chiarire. È il parere dei quattro storici ascoltati dalla redazione per una valutazione sulle parole di Bergoglio, che ha oggi annunciato l’apertura dell’archivio segreto relativo alla figura di Pio XII.
Il provvedimento, salutato con apprezzamento anche dalla Presidenza dell’UCEI, avrà decorrenza dal 2 marzo 2020. Al riguardo il papa si è detto “sicuro che la seria e obiettiva ricerca storica saprà valutare nella sua giusta luce, con appropriata critica, momenti di esaltazione di quel pontefice e senza dubbio anche momenti di gravi difficoltà, di tormentate decisioni, di umana e cristiana prudenza, che a taluni poterono apparire reticenza e che invece furono tentativi, umanamente anche molto combattuti, per tenere accesa, nei periodi di più fitto buio e di crudeltà, la fiammella delle iniziative umanitarie, della nascosta ma attiva diplomazia, della speranza in possibili buone aperture dei cuori”.
“È un atto che si aspettava da tempo. E quindi la soddisfazione, nell’attesa di poter valutare il contenuto dell’archivio, è grande” sottolinea Anna Foa. La speranza, aggiunge la studiosa, “è che ci possa aiutare a risolvere due leggende: quella nera e quella rosa”. Sul tema “serve infatti una valutazione serie e scientifica, al di là degli aspetti che vanno in una direzione o nell’altra senza eccessivo rigore storiografico”. Per Foa “è positivo che anche in questo campo la Chiesa scelga la strada della trasparenza”.
“Non credo che si potranno trovare documenti particolarmente eclatanti, qualcosa che possa davvero cambiare la sostanza del dibattito. Ma è sicuramente una notizia importante” osserva Gadi Luzzatto Voghera. “Ricordo che sotto il precedente papato fu instaurata una commissione mista, di cui si sono perse le tracce. Bene – aggiunge – che si decida oggi di andare in questa direzione”. A prescindere da quel che si troverà, precisa comunque Luzzatto Voghera, il dibattito ruota oggi attorno a “valutazioni oggettive sull’operato di un papa la cui priorità fu la lotta al comunismo, con la Germania nazista nel suo campo”. E senza dimenticare che “la Chiesa preconciliare senz’altro non spiccava per filosemitismo e quindi un’attenzione non troppo particolare a certe dinamiche non deve sorprenderci”.
“Impossibile valutare a priori la rilevanza di un archivio se non lo si è conosciuto. È comunque apprezzabile il gesto, che va preso in considerazione. Un gesto di responsabilità” dice Claudio Vercelli. “Ciò significa – aggiunge – che c’è attenzione a certe questioni, che si vuole che il confronto e il dialogo proseguano”. L’auspicio di Vercelli è che questa disponibilità “aiuti a smontare due luoghi comuni: sia una lettura troppo benevola, che una eccessivamente colpevolista; due atteggiamenti peculiari che non appartengono a un piano di comprensione del passato”. In ogni caso, commenta, “è illusorio pensare che nell’archivio si possano trovare tutte le risposte”.
Soddisfatta anche Annalisa Capristo: “Si tratta di un passaggio significativo, da cui tutto il mondo della ricerca storica trarrà vantaggio. Sono certa infatti che emergeranno cose importanti”. Naturalmente, aggiunge, bisognerà vedere gli strumenti che saranno predisposti e il modo in cui tale patrimonio documentale sarà fruibile. “Oltre che contenta, sono molto curiosa”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(4 marzo 2019)