Pagine Ebraiche, il dossier
In viaggio, oltre la frontiera

“Guardare oltreconfine vuol dire scoprire mondi vicini, per certi versi simili, per altri profondamente diversi”.
Nell’aprile del 2012, su Pagine Ebraiche, in un grande dossier cercavamo di spiegarvi cosa succede in tre realtà straniere ma comunque legate in modo speciale all’Italia per motivi storici e linguistici: Fiume, Lugano, San Marino. L’impegno di piccoli nuclei ebraici che resistono per mantenere un presidio di identità, il confronto con la società, la memoria di un passato in qualche caso segnato da ombre davvero pesanti. Analogie e peculiarità che abbiamo cercato di valorizzare dando voce ai protagonisti del presente.
Sette anni dopo siamo tornati a curiosare in questi tre luoghi, per vedere cosa accade, stabilire se possibile un confronto e tracciare un bilancio. Un viaggio che, anche in questa seconda circostanza, si è rivelato carico di spunti. Ed è diventato un dossier, “Oltreconfine”, pubblicato sul numero di marzo del giornale dell’ebraismo italiano in distribuzione e curato da Adam Smulevich.
Emozionante ad esempio constatare come a Fiume, un tempo sede di una fiorente comunità ebraica quasi del tutto annientata dalla Shoah, con poche forze ci si prodighi per tener viva quella storia e al tempo stesso recitare un ruolo di primo piano nel contesto cittadino e regionale. Affiancata agli impegni di Memoria, che in marzo avranno un momento apicale con il ritorno delle sorelle Andra e Tatiana Bucci in Quarnero e l’apposizione di alcune pietre d’inciampo in ricordo dei loro cari, si svolge infatti un’attività nel segno delle porte aperte che ha fatto della sinagoga un luogo di riferimento per diverse iniziative. Ed è stata l’amministrazione cittadina a farsi carico assieme alla Comunità di questa sfida, sostenendo la realizzazione di alcune pubblicazioni, l’organizzazione di mostre e incontri, la visita ai luoghi ebraici. In un Paese attraversato da nuove inquietanti correnti nazionalistiche, un segnale non scontato e che è frutto del grande lavoro dei volontari che orbitano attorno al vecchio tempio ortodosso, l’unico rimasto in piedi dopo la seconda guerra mondiale e la devastazione portata dai nazifascisti.
Piccoli numeri, ma grande impegno anche a Lugano. Un tempo meta di molti ebrei chassidici provenienti dall’Est Europa, la Comunità ticinese è oggi amministrata da un rabbino chabad nel segno di un proficuo incontro tra molte nazionalità che nella democratica Svizzera hanno trovato accoglienza e diritti. Non andò sempre così, come ci ricorda la vicenda della senatrice a vita Liliana Segre che proprio al confine elvetico fu respinta e da lì iniziò il suo terribile viaggio verso Auschwitz. Ma in chi non incontrò ostacoli insormontabili, fu quello l’inizio di una storia differente.
La Lugano ebraica di oggi è caratterizzata dall’attivismo del rabbino Yaakov Kantor, della moglie Yuti e di alcuni volontari. I numeri sono quelli di una medio-piccola Comunità ebraica italiana ma le funzioni in sinagoga per lo Shabbat raggiungono sempre il minian, il numero minimo di dieci uomini maggiorenni. Un segno di vitalità da non trascurare e che permette di guardare con un certo ottimismo al futuro, anche tenendo conto del rapporto esistente con la vicina Milano in cui studiano sette degli otto figli della coppia.
Non è sede di una Comunità ebraica, ma ha molto da raccontare anche San Marino. Sia perché sul Monte Titano in tanti trovarono ospitalità al riparo dai nazifascisti. Sia perché, con il pubblico riconoscimento istituzionale di queste pagine di coraggio, i rapporti tra la piccola democrazia e il giovane Stato di Israele sono sempre stati caratterizzati da un significato particolare. Come rivelano alcuni documenti da poco valorizzati dalla professoressa Patrizia Di Luca che mettono al centro questo rapporto attraverso le parole di gratitudine di David Ben Gurion e dei leader sammarinesi. Diplomazia, inclusione e attenzione ai valori universali, con un’attenzione rivolta in prima istanza alle nuove generazioni: è su questo filone che la relazione prosegue oggi, mettendo in gioco non solo i rappresentanti israeliani sempre accolti con calore a San Marino ma anche esponenti del mondo ebraico italiano.
Torniamo quindi oltreconfine. Per ritrovare qualcosa di noi, ma anche per scoprire qualcosa di nuovo.

(Nell’immagine il rabbino Yaakov Kantor su un battello in servizio sul Lago Ceresio, in occasione della festa di Lag Ba Omer) 

(5 marzo 2019)