L’Europa e il segno dei Giusti
“La Giornata dei giusti è una giornata di grande speranza perché lancia un messaggio che tocca l’essenza fondamentale di ogni essere umano. Ogni donna e ogni uomo che ha ricevuto il dono della vita può esercitare la sua libertà per compiere in ogni situazione un atto di umanità che può spingere il mondo in una buona direzione. Non importa il luogo o il posto in cui si trova, non importa la professione che occupa. Anche la persona più umile e sconosciuta può fare dei piccoli gesti che possono cambiare il destino e la storia di tutto il pianeta”. A ricordarlo in occasione della Giornata dei Giusti, istituita nel 2012 dal Parlamento Europeo, il presidente dell’associazione Gariwo Gabriele Nissim. Le celebrazioni per la Giornata si sono aperte ieri a Milano con un concerto che ha visto protagonista Antonella Ruggero e proseguiranno con diversi eventi, tra cui la piantumazione – il prossimo 14 marzo – al Giardino di Milano di quattro alberi per onorare le figure di Istvan Bibo, Simone Veil, Wangari Maathai, Denis Mukwege. “L’Umanità a un bivio. Europa e Africa tra indifferenza e responsabilità”, è il tema scelto per le iniziative di quest’anno dall’Associazione per il Giardino dei Giusti per il 2019 è “L’Umanità a un bivio. Europa e Africa tra indifferenza e responsabilità” (qui il programma). “La Giornata dei Giusti è un giorno importante per l’Europa perché ci richiama ai valori fondanti della nostra identità nel momento in cui riappaiono nazionalismi che cercano di contrapporre le nazioni. – ha ricordato Nissim in occasione dell’apertura delle celebrazioni a Milano – Oggi ricordiamo i giusti dell’Europa come la francese Simon Veil prima presidente donna del parlamento di Bruxelles che fu consapevole che la risposta agli orrori di Auschwitz fosse la costruzione dell’Europa o come l’ungherese Itsvan Bibo che presiedette da solo il parlamento di Budapest nel 1956 dopo l’invasione sovietica. Se vogliamo che la comunità europea costruisca nuovi orizzonti abbiamo bisogno di ritrovare donne e uomini come il giovane giornalista Antonio Megalizzi morto in un attentato a Strasburgo che si dedichi anima e corpo alla difesa e alla valorizzazione degli ideali europei . Siamo italiani migliori soltanto se diventiamo costruttori dell’Europa di domani. Quanto abbiamo ricevuto dai padri fondatori dell’Europa dobbiamo saperlo trasmettere ai nostri figli”.