…donne
L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane è capofila di un progetto su religioni e violenza sulle donne dal titolo “Not in my name”. Un lavoro che coinvolge anche le chiese cristiane e la componente islamica. Non entro nelle dinamiche del progetto, che prevede interventi didattici in alcune scuole per un radicamento della consapevolezza del fondamentale ruolo della donna nelle religioni nella nostra contemporaneità. Mi piace però sottolineare che esiste un impegno concreto di riflessione su questo tema. Un confronto fra rappresentanti delle tre religioni monoteiste su un tema cruciale e non facile. Per parte ebraica è veramente encomiabile lo sforzo che si sta compiendo di guardare alla propria storia facendo attenzione ai chiaroscuri, senza nascondersi dietro a facili narrative di comodo e mostrandosi invece capaci di ragionare sui vari momenti in cui nella storia della civiltà ebraica la donna è stata oggetto di limitazioni e violenze. Un lavoro non facile, ma necessario, a cui collaborano ebrei e non ebrei, donne e uomini, religiosi e non, che aiutano con i loro contributi a costruire un affresco complessi che aiuterà tutti noi (e in particolare i ragazzi e le ragazze delle scuole coinvolte) a crescere in una nuova consapevolezza che veda finalmente riconosciuto alla donna il diritto di non essere oggetto di emarginazione.
Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC
(8 marzo 2019)