Giornalismo, un premio
nel segno di Vera Schiavazzi
È aperta a tutti i giovani allievi ed ex allievi delle scuole di giornalismo la terza edizione del premio intitolato a Vera Schiavazzi, giornalista torinese capace di mostrare a tutti i colleghi che hanno avuto la fortuna di lavorare con lei che il giornalismo, uno dei mestieri più individualisti al mondo, è anche condivisione, sforzo comune. Fondatrice insieme a Nicola Tranfaglia e Mario Berardi del Master in Giornalismo di Torino, che ha diretto con quel senso di responsabilità che caratterizza fortemente coloro che sanno come dai giornali passi un pezzo importante della vita della una società, era una sindacalista preziosa e una grande appassionata di cronaca, e di politica.
Il tema del premio, “Ho perso le parole. Il linguaggio della politica nell’età dei populismi” è strettamente collegato alle sue passioni, cui ha dedicato tempo ed energie. Raccontare come la politica abbia scelto di utilizzare le modalità comunicative istantanea ed emotiva dei social network, o come ora spesso si preferiscano le interviste televisive, possibilmente senza interlocutorio, è uno degli obiettivi degli organizzatori. “Anche il linguaggio dei media soggiace spesso alla logica in cui prevale il bisogno di conquistare il primato dell’attenzione istantanea rispetto alla paziente tessitura del discorso. – spiegano – La crisi della democrazia è anche crisi della possibilità di costruire un senso collettivo, condiviso, pur nella persistenza delle differenze, nel pluralismo. È dunque necessario ricostruire questo fenomeno per capirlo. Come e perché si è arrivati a questo? Quali casi di cronaca delineano meglio il fenomeno? E quali esempi di reazione si possono trovare?”.
Il bando del premio, che ha il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, dell’Associazione Stampa Subalpina e del Centro Studi sul giornalismo Gino Pestelli ed è curato dall’Associazione Allievi del Master in giornalismo “Giorgio Bocca”, è reperibile qui.
a.t. twitter @ada3ves
(8 marzo 2019)