Carlo Levi, un segno ebraico

Carlo Levi: un protagonista del Novecento fortemente segnato dalla sua identità ebraica, nonostante questo aspetto talvolta resti in ombra quando se ne affronta la figura. “Carlo Levi. Cristo si è fermato a Eboli”, spettacolo con regia di Andrea Mancini, nato da un’idea di Gianluca Rosucci e con la partecipazione di Paolo Giommarelli e Silvia Bagnoli, permetterà di riscoprire qualcosa in questo senso anche grazie alle musiche realizzate da Riccardo Joshua Moretti, compositore oltre che coordinatore della Commissione Cultura UCEI e presidente della Comunità ebraica di Parma.
Lo spettacolo esordirà giovedì 14 alle 20.45 al Teatro Puccini di Firenze, nella città in cui Levi trascorse il periodo decisivo di clandestinità per sfuggire alle grinfie dei persecutori e che recentemente gli ha dedicato uno spiazzo nel cuore del suo centro storico, a pochi metri dal salvifico rifugio.
Un viaggio interiore alla scoperta dell’identità, dentro la memoria stessa dell’autore, che ripercorre all’indietro gli anni del confino nella parte più arcaica della Basilicata, fino alla successiva scoperta della Sicilia, e del Sud tutto, che Levi lega al resto dell’Italia attraverso la sua figura d’intellettuale, filosofo, meridionalista.
Due, spiega Moretti, i protagonisti sul palco. Oltre a Levi sarà infatti interpretata la figura di Linuccia Saba, figlia di Umberto e sua compagna. Uno spettacolo tra musica, teatro e danza in cui i brani ebraici proposti, sottolinea Moretti, “costituiranno una presenza significativa, anche se non invasiva”. Brani tratti da due suoi cd, “Il canto di Israele” e “Reshimu”, insieme a un brano composto appositamente per lo spettacolo.

(12 marzo 2019)